DANIELE ROSI
Cronaca

Vermentino nel marmo. Il vino fermentato nelle botti di bianco: "Freschezza garantita"

Da un’idea di Nicola Del Nero e di Lino Cybeo è nata la produzione. Il blocco è materiale di recupero che non ha intaccato il monte. Dentro il lapideo la proprietà vengono mantenute inalterate.

Vermentino nel marmo. Il vino fermentato nelle botti di bianco: "Freschezza garantita"

Vermentino nel marmo. Il vino fermentato nelle botti di bianco: "Freschezza garantita"

Quasi tre tonnellate di marmo per far fermentare il vino. Un’idea curiosa che potrebbe sembrare frutto di estrema fantasia, ma su cui invece qualcuno ha voluto provare la sua personale scommessa, nella speranza che possa rivelarsi una soluzione vincente ed efficace.

Idea che nel frattempo non è rimasta solo sulla carta, ma ha già trovato piena applicazione poco oltre il confine ligure, nell’azienda agricola Giacomelli di Roberto Petacchi. Nelle cantine dell’azienda, da diverse settimane, è già presente questa ‘botte’ di marmo, realizzata alcuni mesi fa dal compianto scultore Alessandro Mosti e poi ultimata dai familiari dopo la sua prematura scomparsa. Se l’abbinamento marmo e cibo non è in realtà una novità assoluta, basti pensare alle conche utilizzate per la stagionatura del lardo di Colonnata, è però di certo originale l’idea di usare lo stesso marmo come contenitore naturale per far ‘riposare’ il vino.

L’idea è frutto dell’incontro e del confronto avuto negli scorsi mesi tra Daniele Del Nero, titolare del ristorante le Palme di Marina e Lino Cybeo dell’omonima azienda di marmi con sede a Carrara, che hanno poi trovato la piena disponibilità dell’azienda Giacomelli per iniziare un percorso di studio e approfondimento del binomio marmo-vino al fine di creare un prodotto unico nel suo genere. Il blocco inizialmente prima della sua lavorazione e trasformazione in botte, era del peso approssimativo di 2,8 tonnellate, poi svuotato nella sua parte centrale per permettere l’ingresso del vino e portato adesso a circa la metà del peso. Come vuole la prassi, all’interno della botte è stato fatto l’apposito trattamento con resina e da diverse settimane all’interno dell’azienda si è già iniziato a imbottigliare il prodotto.

"Questo blocco fa parte di un materiale di recupero – ha precisato Lino Cybeo – perché abbiamo ritenuto corretto usare piuttosto questo tipo di prodotto, senza andare ad intaccare il monte. Circa un anno fa confrontandomi con Nicola abbiamo deciso di provare questo percorso". Il vino che è stato utilizzato all’interno della botte di marmo è composto per più della metà, il 60 per cento, da Vermentino, e una minor parte di Trebbiano. Una qualità che secondo gli studi fatti dall’enologo dell’azienda, dopo diverse prove, viene ritenuta la migliore. "Il marmo garantisce isolamento, tenuta e temperatura costante – ha aggiunto il patron dell’azienda, Roberto Petacchi – e abbiamo notato che il vino evolve in modo diverso. Mantiene una freschezza che con altri materiali come ad esempio l’acciaio o il cemento, avremmo perso". Del prodotto sono disponibili per ora poche centinaia di bottiglie al ristorante Le Palme di Nicola Del Nero. La bottiglia ha già la sua etichetta ‘Marmo DiVino’. "Abbiamo fatto diverse prove e tentativi nel corso degli ultimi mesi – ha spiegato Nicola Del Nero – dopo un lungo periodo di ragionamento per capire se l’idea potesse funzionare. Il vermentino si presta bene, è legato bene al marmo. Questa botte in marmo è un primo esemplare, a cui speriamo di poterne aggiungere altri".