Vende un locale pieno di ipoteche e debiti

Qualcuno ricorda quel meraviglioso film con Totò che vendeva la Fontana di Trevi? Ieri in aula in Tribunale a Massa c’era qualcosa di simile, anche se i protagonisti non erano ovviamente come il grandissimo attore partenopeo. In attesa di conoscere quello che sarà il verdetto del giudice (monocratico) che si occupa di questo procedimento giudiziario, facciamo un minimo di storia. Il “fattaccio“ avviene lungo il nostro tratto di costa. Il titolare di un negozio mette in vendita la sua attività. Apparentemente l’attività non ha particolari problemi, o per meglio dire, non ne ha più di tanti altri. Da notare che l’anno in cui avviene tutto questo è il 2017 quindi il peggio (la pandemia e la guerra in Ucraina) doveva ancora venire. Attirato dall’idea di fare un qualche affare, un massese di circa 40 anni si presenta al titolare dell’attività che ha circa 50 anni. Il proprietario dell’attività spiega che il negozio è ben avviato e la clientela paga senza grosi problemi. Insomma, se uno lavora, giura, si può guadagnare. Il possibile compratore ci pensa qualche giorno poi avvia la trattativa. E alla fine non è tanto difficile trovare l’accordo. Anche l’acconto chiesto prima di presentarsi davanti al notaio non è eccessivo: “solo“ 8 mila euro. Che vengono pagati. Ma quando si tratta di andare dal notaio, c’è una brutta sorpresa. L’attività è in perdita, l’immobile è pesantemente ipotecato e ci sono vari debiti da saldare. Il compratore ci ripensa e chiede indietro l’acconto. Ma gli 8mila euro non tornano indietro. E così ora l’accusa è truffa.

A.Lup.