Carrara, "Un uomo moriva e nessuno ci ha aiutato. Tutti a filmare con lo smartphone"

L’amaro commento dei due volontari che hanno provato a rianimare il camionista Opris colto da un malore alla spiaggia libera al porto

A sinistra Fabio Barbieri, poi Fabrizio Vatteroni che è intervenuto in spiaggia

A sinistra Fabio Barbieri, poi Fabrizio Vatteroni che è intervenuto in spiaggia

Carrara, 12 agosto 2022 - Con i cellulari in mano, mentre a fianco un uomo moriva. Nessuno ha pensato di aiutare i soccorritori: tutti impegnati a riprendere con lo smartphone. Questo decadimento della società viene raccontato proprio da chi ha tentato di strappare alla morte Marin Opris, camionista albanese, morto per un malore improvviso sulla spiaggia libera del porto di Marina. Uno dei primi soccoritori dell’uomo che ha utilizzato il defibrillatore posto ad inizio passeggiata, racconta la vicenda.

Il defibrillatore, del progetto dei volontari ‘Teo e Fabri’, è stato installato nell’aprile del 2016 ed utilizzato per la prima volta quella drammatica domenica da Fabrizio Vatteroni, 65 anni. Si trovava in spiaggia con la famiglia, quando ha capito che stava succedendo qualcosa di serio non si è tirato indietro ed è prontamente intervenuto. "Sono un soccorritore volontario da 12 anni – spiega – e presidente dell’associazione dei Volontari del soccorso di Calolziocorte Odv in provincia di Lecco. Sono originario di Carrara, ma mi sono trasferito a 5 anni ad Airuno sempre in provincia di Lecco con la mia famiglia. Vengo a Marina, dove ho anche casa, ogni estate. Domenica mi trovavo in spiaggia, quando ho capito che la situazione era grave. Ho subito iniziato le manovre rianimatorie ed ho chiesto ad alta voce di allertare l’emergenza e di prendere il defibrillatore presente ad inizio passeggiata. Di lì a poco è giunta l’ambulanza infermieristica della Pubblica Assistenza che è subito intervenuta, seguita subito dopo dall’automedica, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare".

"Sono molto dispiaciuto – aggiunge – per la morte di Opris ma sono altrettanto rammaricato, questo purtroppo devo dirlo, per l’atteggiamento della maggior parte delle persone lì presenti: ho percepito molta indifferenza intorno a me ed ho notato che molti preferivano fare filmati col cellulare piuttosto che passarmi un panno per asciugare il torace del signore. In una situazione del genere la collaborazione ha un ruolo fondamentale ed anche chi non è soccorritore può fare molto nel suo piccolo. Ringrazio l’infermiere che era presente lì con me ed anche un altro signore che ha dato una mano".

Dello stesso parere è anche Fabio Barbieri, responsabile della formazione della Pa di Carrara e della gestione e manutenzione delle postazioni Dae dislocate nel territorio: "Pur essendo Fabrizio un soccorritore esperto, episodi come quello successo al porto devono farci riflettere e farci sperare che un giorno non troppo lontano un comune cittadino possa collaborare, e non filmare, in uno scenario simile. È importante che una qualsiasi persona sappia telefonare al numero unico dell’emergenza che è il 112, sappia quali informazioni dare all’operatore di centrale e sappia contribuire attivamente, anche anticipando ed agevolando l’arrivo dei soccorsi. Da qui – prosegue – l’importanza dei corsi di formazione che dovrebbero cominciare già nelle scuole con l’inserimento obbligatorio della mat eria di tecniche di primo soccorso. Tutti dovremmo formarci e capire l’importanza della cosiddetta catena della sopravvivenza e dell’utilizzo del Dae".