ALESSANDRO SALVETTI
Cronaca

Una ‘maglia rosa’ per Forno: "Ho portato il paese al Giro"

La scultura ‘Battito’ consegnata da Marco Alberti a Del Toro, vincitore sul traguardo di Bormio

"Una grande emozione e l’onore di aver portato Forno e la sua tradizione ciclistica al Giro d’Italia". Marco Alberti ricorda così la 17ª tappa della corsa rosa, al termine della quale ha consegnato la sua scultura in marmo bianco, ‘Battito’, a Isaac Del Toro, il ciclista messicano vincitore sul traguardo di Bormio e in quel momento anche maglia rosa. La genesi dell’opera, come spiegato dallo scultore fornese, nasce dall’idea di creare una sorta di gemellaggio fra le vette delle Alpi Retiche e le Apuane e prosegue sulla scia del “Girino d’Italia” del 2017, anno in cui Alberti aveva consegnato un’altra opera al campione Mikel Landa sulla Cima Coppi nel centenario del Giro. ‘Battito’ rappresenta quindi la seconda edizione del girino, si inserisce fra l’idea di nascita e metamorfosi che il girino richiama e il termine con cui allo stesso tempo vengono soprannominati i partecipanti al Giro. "Il girino – dice Alberti – dà un’idea di evoluzione ed ha un duplice aspetto, sia plastico che astratto, perché tutta la vita del pianeta si incontra in questa forma".

Per l’artista classe ‘74 – che durante il proprio percorso artistico ha realizzato opere anche per Andrea Bocelli e Lina Wertmüller – si tratta di un traguardo importante soprattutto per aver portato il nome del suo paese al di fuori dei confini comunali e regionali. Alberti continua infatti a studiare e realizzare le opere nel suo laboratorio incastonato fra i boschi e il marmo, appena fuori l’abitato di Forno, paese in cui è nato e dove in gioventù ha imparato, da autodidatta, a scolpire e dipingere. "Nella vita – racconta – ci sono grandi mete, come le capitali dell’arte e cose del genere, ma io credo che oggi quando si espone in una grande città si abbia un maggior riconoscimento come artista piuttosto che come persona, diventando quasi uno slogan e finendo per essere famosi dall’altra parte del mondo mentre nella propria città non si è riconosciuti da nessuno. Io preferisco avere un senso di condivisione e di accrescimento per il mio territorio: la mia soddisfazione più grande è legare il mio nome a quello del mio paese e sapere che i posti in cui sono cresciuto possono diventare famosi anche grazie a me. Il ciclismo porta con sé quel senso popolare che mi piace trovare, perché a differenza di altri sport ‘arriva a casa’ al punto quasi di essere invasivo".

E Forno ha con il ciclismo una lunga storia fatta di tradizione e grandi personaggi: "Io parlo molto del territorio ed essendo nato a Forno è inevitabile parlare di ciclismo, perché in paese abbiamo avuto diverse persone che hanno partecipato a gare che, pur essendo locali, avevano una certa importanza ed erano veri e propri eventi per tutta la zona". Ma Alberti guarda anche al futuro e lavora per quando ‘Battito’ diventerà una maestosa opera interattiva, sempre in marmo bianco, che celebrerà il bicentenario dell’apertura della strada del Passo dello Stelvio, lungo il quale verrà collocata a settembre. "Gli osservatori – conclude Alberti – potranno immergersi nell’opera e completare anche il profilo del paesaggio circostante. Ognuno potrà far parte dell’opera: il marmo non è solo una pietra, si porta dietro un’identità. Che parla di diritti, tradizione e di coloro che negli anni hanno lavorato e talvolta perso la vita su queste montagne". L’iniziativa ha il patrocinio dei Comuni di Carrara, Bormio (sindaca Silvia Cavazzi), Massa e Seravezza, Provincia di Massa-Carrara, dell’Accademia di Carrara, dell’Ente di promozione turistica di Bormio, Anas, dei Parchi dello Stelvio e delle Alpi Apuane. Per documentare la realizzazione e i valori del gemellaggio è previsto anche un filmato realizzato da studenti dell’Accademia di Carrara, Andrea Vatteroni, Davide Farris, Mattia Piccioli, Melania Filidei e Michele Marchini, supervisionati dal professor Ivan Corbucci.

Alessandro Salvetti