Tartaruga morta tra le reti La vegliava una compagna

Ritrovamento di una Caretta Caretta impigliata in attrezzatura da pesca illegale. Carcassa presa in consegna dai volontari Wwf di Marina di Massa. Ora le indagini

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Una carcassa di tartaruga marina della specie Caretta Caretta è stata rinvenuta ieri in tarda mattinata da un diportista. Il povero animale era rimasto impigliato in una rete da pesca illegale ed era alla deriva nel mare di fronte alla costa Apuo-versiliese. La Capitaneria di Porto e Guardia Costiera di Marina di Carrara in sinergia con il comando della Capitaneria di Porto di Viareggio, ha supportato con il proprio personale il recupero e agevolato lo sbarco in località Cinquale sia dell’esemplare che dell’attrezzatura da pesca illegale, illegale, gettata a 500 metri dalla costa, di fronte alla spiaggia di Vittoria Apuana.

Dopo i rilievi di rito, i militari della Polizia Giudiziaria hanno messo i sigilli di sequestro alla rete, mentre la carcassa della tartaruga marina è stata presa in consegna dai volontari del centro recupero del Wwf di Marina di Massa che – su disposizione dell’Arpat di Livorno – verrà successivamente trasferita all’istituto di zooprofilassi di Pisa per gli accertamenti del caso. Questo sfortunato evento è il terzo episodio di ritrovamento in soli trenta giorni sul territorio apuano di esemplare morto, a causa di soffocamento da reti o da urto con eliche di imbarcazioni. In questo caso, per la prima volta ci troviamo difronte a un ritrovamento particolare e molto toccante: mai prima d’ora in 25 anni di soccorsi era successo di ritrovare una tartaruga marina morta avvolta in decine e decine di metri di rete da pesca, e la contestuale presenza di un altro esemplare di tartaruga marina. Quest’ultima da almeno 2 giorni stava a fianco dell’esemplare deceduto. Una storia struggente e allo stesso tempo straziante in cui, forse, un compagno o compagna di vita ha dovuto dire addio alla propria metà, avviluppata nelle maglie mortali dell’attrezzo illegale. Non ha potuto far altro che vegliarla fino all’arrivo del mezzo nautico che ha issato a bordo il tutto. Poi ha ripreso il viaggio nelle profondità marine, questa volta in solitaria. C’è un monito per tutti gli utenti del mare: è illecito depositare o introdurre in acqua strumenti da pesca illegali: qualunque abuso dev’essere segnalato alle autorità competenti. Per questo viene messo a disposizione il numero di soccorso in mare 1530 della Guardia Costiera assieme al 360234789 del WWF.