CRISTINA LORENZI
Cronaca

Tango, gli abbracci possono attendere

L’allarme delle associazioni che organizzano corsi e milonghe: il ballo argentino fra le vittime della ripartenza, dimenticato dai decreti

di Cristina Lorenzi

Da un anno e mezzo le scarpette sono chiuse nella scatola. Nel cassetto abiti con lustrini e nastri. A stento si calma la nostalgia provando davanti allo specchio qualche boleo o un timido ocho. Il calore di un abbraccio è ricordo ormai lontano. Il popolo del tango argentino è orfano e dimenticato. L’allarme è della Faitango, la Federazione italiana che rappresenta oltre 300 associazioni in Italia e che fa muovere il popolo della notte con milonghe e incontri. Il ballo è consentito solo per gare e il tango, per etica e definizione, è lontano dalle competizioni. Così ballerini, tangueros, insegnanti, musicalizadores sono fermi in attesa che qualcuno da Roma si ricordi di loro. "Dopo più di un anno di incertezze e di difficoltà ci troviamo costretti a prendere posizione e pretendere una ripartenza del nostro settore in sicurezza. Le nostre associazioni come tutto il settore della danza non agonistica sono stati dimenticati dai vari decreti della ripartenza" dice Faitango e le fa eco Chiara Capovani, insegnante che con la sua Maquina tanguera ha fatto crescere nutrite schiere di appassionati su tutta la nostra costa.

"La campagna vaccinale sempre più intensa e l’arrivo dell’estate hanno allentato la morsa del virus e stanno consentendo riaperture in tutti i settori – sostiene Chiara – . L’unico che non viene nemmeno menzionato è il settore del ballo sociale. Mentre chi si dedica a gare di ballo ha la libertà di allenarsi (tanti si sono riscoperti agonisti, senza aver mai fatto gare prima della pandemia), chi balla solo per diletto, ormai da più di un anno non può ballare né frequentare scuole. Uno dei balli che per tradizione non ha agonismo, se non il Mundial di Buenos Aires, ma solo passione, è il tango argentino. In questo periodo tutte le scuole di tango argentino hanno sospeso le loro lezioni, alcuni mantenendo contatti con gli allievi con videolezioni. In tutta Italia molte milonghe storiche, sedi di associazioni con più di vent’anni di storia, hanno dovuto chiudere i battenti per motivi economici, non potendo sostenere affitti in mancanza di introiti e senza nessuna programmazione certa delle riaperture, che il Governo non ha previsto nemmeno per l’estate e all’aperto. Sembrava che dal primo giugno fosse possibile fare lezione tra coppie conviventi, in ambienti chiusi ma con precauzioni igieniche, invece dopo una prima interpretazione favorevole delle linee guida del Coni, di nuovo una doccia fredda: ogni contatto fisico è ancora vietato, anche tra conviventi. Un controsenso – spiega Chiara Capovani – che sta indebolendo ulteriormente un settore ormai in ginocchio e quasi totalmente dimenticato".

"Le associazioni potranno riiniziare i corsi in luoghi chiusi solo in forma individuale, mentre non si menziona la possibilità di ripartire con lezioni di coppia all’aperto. La mancanza di chiarezza e i continui cambi di direzione degli organi competenti, impediscono di riprendere serenamente le attività didattiche, rischiando di soffocare definitivamente tutto il mondo del ballo sociale e chi, con esso, poteva ritrovare nel calore di un abbraccio la gioia e la serenità perduta in questi mesi difficili segnati dalla pandemia".