
Il taglio del cedro è sospeso con un ordine di servizio del Comune di Aulla e una diffida della Sovrintendenza, che definisce l’area sottoposta a vincolo paesaggistico. L’intera città di Aulla discute in merito al taglio di un cedro del Libano, che si trova davanti al municipio, piantato da una maestra elementare circa 70 anni fa. Se la perizia dell’Unione dei comuni lo definisce pericoloso, gli esperti interpellati dal comitato Le voci degli alberi danno una versione opposta, a cui si aggiunge l’opinione dello stesso sindaco. Tutto è cominciato con dei lavori di messa in sicurezza della zona: il Comune di Aulla ha infatti ottenuto un contributo di oltre 66mila euro dall’Unione dei comuni, destinato al verde pubblico. Se inizialmente parchi e giardini sono stati sistemati, i problemi sono iniziati col taglio di alcuni grandi cedri vicino a palazzo comunale. I cittadini di Aulla si sono rivolti al comitato ‘Le Voci degli alberi’ e all’associazione Amici della terra che sono subito intervenuti, di fatto bloccando il taglio del cedro in piazza Gramsci. Anche la Soprintendenza è intervenuta, richiedendo la sospensione dei lavori. Il cedro del Libano quindi resta ancora lì, sul suo futuro peseranno indagini più approfondite, che per ora affermano cose ben diverse. Le perizie visive effettuate dai due agronomi interpellati da Le Voci Degli Alberi definiscono il cedro di Piazza Gramsci in buono stato, in adeguato equilibrio e con chioma ben formata, con presenza di nuove gemme ben sviluppate sull’intera chioma. "Questo a dimostrazione del buono stato di salute - si legge -, così come per il tronco, che non presenta funghi, ferite non rimarginate o altre patologie che facciano pensare a uno stato di degrado. L’albero necessiterebbe solo della pulizia di alcuni rami secchi conseguenti alla caduta di un fulmine. Le radici non hanno prodotto rilevanti sollevamenti dell’asfalto e la distanza dalle case è sufficiente ad assicurare una buona crescita". Di tutt’altro genere la perizia evidenziata dall’agronomo incaricato dall’Unione dei comuni. "Il Cedrus Libani che si trova di fronte a palazzo comunale - si legge nel documento -, probabilmente a causa di un fulmine, ha subito in passato l’asportazione della parte apicale con tutte le conseguenze negative che ne derivano e che possono manifestarsi anche dopo molti anni. Oltre all’indebolimento della chioma, le ferite provocate da tagli di potatura profondi e drastici, aprono l’accesso a funghi e batteri che possono essere letali per la pianta. L’albero - si specifica nella perizia - è purtroppo irrecuperabile nella forma e nella struttura, la possibilità di distacco e caduta di rami è molto elevata e, proprio per le condizioni fisiologiche compromesse, la situazione tenderà sempre a peggiorare. Se ne consiglia l’abbattimento". Le perizie differiscono notevolmente, saranno quindi necessari nuovi approfondimenti, affidati all’Università di Pisa.
M.L.