REDAZIONE MASSA CARRARA

Dalla Macedonia a boschi della Lunigiana. Ecco Afrim, l’ultimo taglialegna

"E’ un lavoro duro ma l’ho sempre fatto. Qui mi trovo bene"

Afrim Svetopetka, 40 anni, davanti alle sue cataste di legna

Fivizzano (Massa Carrara), 4 marzo 2018 - "Anche al mio Paese facevo questo lavoro, ormai sono ben 15 anni anni che mi sono trasferito in Italia con la famiglia e mi ci sono ambientato senza troppi problemi. Della Macedonia, la mia terra d’origine, ho mantenuto anche qui da voi l’abitudine di preparare le cataste di legna, pronte per essere trasportate , allestite a metro cubo".

Afrim Svetopetka, 40 anni, della provincia di Skopje, capitale della Macedonia, boscaiolo a tempo pieno, è uno dei tanti immigrati da quel paese balcanico giunti da noi per portare avanti una professione che oggi, soprattutto in Lunigiana, è forse la più dura e pericolosa e che i più rifiutano e solo in pochi la praticano professionalmente.

Trovare Afrim, parlare con lui e fotografarlo non è stato facile: bisogna avere gambe allenate a percorrere boschi impervi dove a un certo punto per raggiungerlo si deve letteralmente camminare su interminabili cataste di legna da ardere da lui preparate con scrupolosa cura, pronte per la vendita. Solo al termine della sua lunga giornata lavorativa, tolto il casco di protezione e la tuta antitaglio, presta volentieri la sua attenzione al cronista: "Certo – dice – questo è un mestiere duro e per molti versi alquanto pericoloso dove non puoi permetterti di fare errori perché rischieresti di farti veramente male, basta una svista e ti può crollare addosso l’albero appena tagliato. Poi devi usare assoluta precauzione quando operi su piante collocate a strapiombo su impervi canaloni: non devi sporgerti troppo, fare attenzione a non mettere i piedi accidentalmente su qualche arbusto già tagliato che ti farebbe ruzzolare nel burrone e nel dubbio legarti con una corda di sicurezza a un ancoraggio solido. Normalmente lavoro da solo, oggi è venuto a trovarmi il mio compaesano Rihan, che lavora presso una ditta di manutenzione boschiva".

Ma qual è un momento in cui nel suo lavoro l’adrenalina corre alle stelle?

"Quando mi trovo a tagliare una pianta di oltre 8 quintali di peso posizionata in un punto in cui, nonostante la zeppa di legno che tu gli hai già tagliato nel calcio per poterla far sbilanciare nel posto da te voluto, in realtà non sei certo dove precipiterà. E tu ci sei sotto e non puoi allontanarti ma con la motosega fra le mani devi abbatterla radicalmente".

Come si trova in Italia e qual è il suo desiderio per il futuro?

"Sono qui ormai da tanti anni, rispetto tutti e sono rispettato. So inoltre di praticare un mestiere duro, non facile, che fisicamente non puoi reggere in eterno. Quando sarà il momento me ne tornerò in Macedonia: il richiamo della patria, del luogo dove sei nato, affiora costantemente. E a tempo debito seguirò quel richiamo".

Roberto Oligeri