
Suicidio assistito: la vicenda umana di Davide Trentini, 53 anni, massese, malato di sclerosi multipla dal 1993, che ha scelto di mettere fine ad una esistenza calvario in Svizzera il 13 aprile del 2017, chiedendo aiuto a Marco Cappato e a Mina Welby dell’associazione Coscioni, torna in tribunale, in appello a Genova. La prima udienza del cosiddetto “Processo Trentini“ è stata fissata per il 28 aprile. I giudici di secondo grado sono chiamati a giudicare il comportamento di Cappato e Welby ai quali Trentini si era rivolto per avere accesso alla cosiddetta morte volontaria. Mina Welby aveva aiutato Trentini ad avere il semaforo verde per raggiungere la clinica elvetica e lo aveva accompagnato da Massa in Svizzera mentre Cappato aveva raccolto attraverso l’associazione Soccorso civile Sos eutanasia i fondi mancanti per pagare la clinica. Il 14 aprile del 2017 Cappato e Welby si sono autodenunciati presentandosi al comando carabinieri: per entrambi è scattata un’indagine per il reato 580 del codice penale che configura l’istigazione o aiuto al suicidio. Il processo di primo grado è terminato il 27 luglio 2020 quando la corte di assisse li ha assolti con questa formula: per l’aiuto al suicidio il fatto non costituisce reato mentre per l’istigazione il fatto non sussiste. La corte ha chiarito nella sentenza che il trattamento di sostegno vitale è e deve intendersi qualsiasi trattamento sanitario interrompendo il quale si verificherebbe la morte del malato in maniera rapida. Il pm Marco Mansi aveva chiesto la condanna a 3 anni e quattro mesi riconoscendo le attenuanti del caso. Il giorno successivo alla sentenza di assoluzione aveva detto che avrebbe fatto appello dopo aver letto le motivazioni. Il processo in appello inizierà ad aprile. Il pubblico ministero Marco Mansi vuole seguirlo . "Ribadiamo ancora un volta che la grave responsabilità è tutta del Parlamento che non ha ancora dato riscontro ai due richiami della Corte Costituzionale. Da parte nostra rifaremmo quanto abbiamo fatto per aiutare Davide e siamo pronti a rifarlo con altri malati, nelle stesse condizioni anche se il prezzo da pagare dovesse un giorno quello di finire in carcere", è il commento di Cappato e Welby. Nel consiglio generale dell’Associazione Coscioni di oggi dalle 10 (su facebook e You Tube) sarano svelati i dettagli della storia e dell’assistenza legale che l’associazione sta dando Mario ( nome di fantasia ) 42 anni.
Maria Nudi