REDAZIONE MASSA CARRARA

Oltre 400 firme raccolte contro le antenne 5G

Sono state oltre 435 le firme raccolte dai cittadini contro le antenne 5G. "Di cui – scrive la prima firmataria...

Il banchetto dove si è svolta la raccolta firme da parte dei cittadini residenti ma anche dei proprietari di seconde case

Il banchetto dove si è svolta la raccolta firme da parte dei cittadini residenti ma anche dei proprietari di seconde case

Sono state oltre 435 le firme raccolte dai cittadini contro le antenne 5G. "Di cui – scrive la prima firmataria Sara Delle Donne nella lettera indirizzata al sindaco di Fosdinovo Antonio Moriconi, all’assessore all’ambiente Guido Dazzi e al consigliere con delega alla promozione della salute Maurizio Lazzini – 288 di cittadini residenti nel Comune di Fosdinovo. Le altre firme sono di cittadini domiciliati nel Comune di Fosdinovo, con seconda casa nel Comune di Fosdinovo, che lavorano nel Comune di Fosdinovo, residenti nei Comuni limitrofi a Fosdinovo, essendo anch’essi direttamente interessati dall’inquinamento elettromagnetico delle eventuali antenne installate nel nostro territorio comunale, o residenti in altri Comuni che hanno ritenuto di firmare la petizione essendo in accordo con la stessa". I firmatari richiedono al sindaco "di rilasciare l’autorizzazione all’installazione e/o messa in funzione delle antenne 5G solo dopo aver richiesto, ottenuto e resa pubblica la documentazione che attesti che la tecnologia 5G non sia dannosa per la salute – si legge – La richiesta della petizione si riferisce a tutte le antenne da installarsi sul territorio comunale, ivi incluse le antenne 5G già funzionanti. Ci rammarichiamo che né durante le due riunioni per i cittadini a Caniparola né durante l’incontro con la delegazione dei promotori della petizione in Comune a Fosdinovo nessuno sindaco compreso ci abbia informato dell’esistenza di antenne 5G già attive". E chiedono "la documentazione anche per le antenne eventualmente autorizzate dalla precedente amministrazione" sottolineando di aver "agito ai sensi del regolamento comunale per la partecipazione e che il sindaco ha 30 giorni per potare la cosa in consiglio comunale o rispondere in modo motivato".