ALESSANDRA POGGI
Cronaca

Rapporto dottore-paziente: "Non lasciamo soli gli anziani"

Com’è cambiata la medicina generale tra nuove tecnologie e dottori in pensione. All’incontro di Nausicaa alla Imm anche l’assessore alle Partecipate Orlandi.

Il medico di famiglia si evolve e resta al passo con i tempi nel rapporto col paziente

Il medico di famiglia si evolve e resta al passo con i tempi nel rapporto col paziente

Come è cambiato il ruolo del medico di medicina generale, e come la tecnologia ha trasformato il rapporto tra dottore e pazienti. Sono solo alcuni degli argomenti al centro del convegno organizzato da Nausicaa e intitolato ‘I medici di famiglia incontrano i cittadini’. L’incontro che si è svolto ieri mattina nella sala Marmoteca di Nausicaa ha visto gli interventi del dottor Gianluca Sassi, medico di famiglia e responsabile dell’Aft, l’Aggregazione delle funzioni territoriali di Marina di Carrara, e della dottoressa Francesca Giovane, medico di famiglia e segretario provinciale della Fimmg.

Presenti anche il presidente di Nausicaa Antonio Valenti e l’assessore alla Partecipate Carlo Orlandi. Come è cambiato il ruolo del medico di famiglia nelle parole del dottor Gianluca Sassi. "Dopo che sono andati in pensione i nostri colleghi sono cambiati gli accordi nazionali e fondamentalmente la Asl – spiega il dottor Sassi –, c’è stato un cambio generazionale e i medici di famiglia giovani hanno un altro modo di pensare. Se prima per avere una ricetta i pazienti dovevano fare quattro ore di fila in ambulatorio adesso la ricetta la ottengono in un minuto via mail o via Whatsapp. È cambiato anche il bisogno di salute però, se prima per una febbre da 37,5 non serviva una visita adesso ne servono anche un paio". "Tutto ciò che facciamo noi medici è normato da accordi di modularità di medicina generale – prosegue il dottor Sassi –, e noi ci adattiamo al contesto. Per esempio il rapporto con gli anziani è diverso, anche il modo di parlare, non possiamo pretendere che sappiano usare Whatsapp o la messagistica istantanea. Non lasciamo soli gli anziani. Spesso le persone non sanno perché agiamo così, per esempio non è vero – precisa – che non facciamo più visite domiciliari".

"Anche le visite domiciliari sono normate e si fanno se ci sono ceti criteri – va avanti il dottor Sassi –. Non possiamo andare a visitare tutti quelli che hanno la febbre perché sennò si dovrebbero ridurre le visite ai pazienti fragili. Poi ci sono le visite integrate, quelle che facciamo assieme agli infermieri della Asl, ai fisioterapisti e altri attori della sanità. Si tratta di visite integrate che sono programmate –, anche in questo caso si tratta di pazienti fragili. E poi ci sono le visite estemporanea dove il medico va a domicilio se il paziente non può andare in ambulatorio perché non può muoversi, come nel caso di un paziente che si è rotto una gamba e non riesce a camminare".

Alessandra Poggi