Stragi naziste, anche Fosdinovo parte civile

La sindaca Bianchi chiede il risarcimento per le vittime degli eccidi avvenuti a Gragnola: "Un gesto simbolico per l’intera comunità"

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Decreto legge per il ristoro per le vittime del Terzo Reich: anche il Comune di Fosdinovo si costituisce parte civile contro la Repubblica federale tedesca e il Ministero dell’economia e delle finanze. Nel contesto di quanto stabilito nel decreto legge dello scorso 30 aprile, che prevede il ristoro per danni e lutti causati alle vittime del Terzo Reich, si aggiunge la decisione avvenuta nei termini stabiliti del Comune di Fosdinovo, che si è costituito parte civile nell’azione giudiziaria nei confronti della Repubblica federale tedesca e del Ministero dell economia e finanze.

A darne notizie la sindaca Camilla Bianchi: "Abbiamo chiesto il risarcimento danni per le stragi avvenute a Gragnola, che all’epoca era in Comune di Fosdinovo e oggi è territorio di Fivizzano, dove si contarono 9 vittime, la più giovane Luciano Conti di soli 17 anni; quindi l’uccisione di don Florindo Bonomi, parroco di Fosdinovo, nei pressi della località Tre Case a Pian di Molino nel fivizzanese e di 6 anziani abitanti di Marciaso in Comune di Fosdinovo. Gli avvocati Marco Perfetti e Davide Cariola del foro di Massa - ha precisato la sindaca Bianchi - sono i legali che seguono per nostro conto il ricorso inviato al tribunale civile di Genova, contro la Repubblica tedesca, la Repubblica italiana e il Ministero dell’economia e delle finanze".

Le nove vittime, allora cittadini di Fosdinovo, vennero giustiziate il 24 agosto 1944 dalle SS del Reparto Esplorante del battaglione Reder, durante le fasi che precedettero la strage di Vinca. Don Florindo Bonomi, 26enne parroco di Fosdinovo, co-fondatore del Cnl (comitato di liberazione nazionale), dopo atroci torture, venne trucidato dallo stesso reparto verso metà settembre del 1944, mentre i 6 anziani di Marciaso trovarono la morte sepolti nelle proprie abitazioni, da cui non avevano fatto in tempo ad allontanarsi, il 3 agosto dello stesso anno. Dopo che l’intero paese era stato minato e fatto saltare in aria dalle SS del Reparto Pionieri del tenente Alberth Fischer, che aveva il proprio comando nel castello Malaspina di Fosdinovo. "Ovviamente non si mira al denaro - ci tiene a precisare Camilla Bianchi - bensì al risarcimento simbolico di una intera comunità".

Roberto Oligeri