REDAZIONE MASSA CARRARA

Storie di magia e paura dei nostri castelli

Il festival "I misteri della notte" ripercorrà le fantasie collettive e i ricordi ancestrali dei borghi riscoprendo un repertorio di leggende

Storie di magia e paura nella Lunigiana dei castelli nel segno del folclore e della tradizione. Un originale festival sul tema "I misteri della notte" ripercorrerà le fantasie collettive e i ricordi ancestrali dei borghi riscoprendo un prezioso repertorio di antiche leggende che immergeranno gli appassionati in un bagno di mistero. Protagonisti diavoli, streghe, morti e fantasmi. Con garbo e ironia il professor Giuseppe Benelli presenta il progetto delle conferenze in calendario nel mese di novembre che approfondiranno i vari aspetti di un territorio come la Lunigiana,"magico" non solo nel repertorio arcano della tradizione orale popolare, ma anche per i segni della storia sul fronte dell’arte e della cultura. La sede degli incontri al centro "Megaron" di Via Cavour. Il primo appuntamento è con la competenza dell’etonologo Riccardo Boggi che tratterà l’elemento magico nella cultura popolare pontremolese analizzando gli aspetti agricoli, religiosi e legati allo scongiuro per la guarigione delle malattie. Si parlerà anche dei falò di Sant’Antonio, di San Geminiano come cerimonie oggi cristianizzate, ma patrimonio magico-folklorico: il fuoco costituisce un elemento purificatore che preserva dalle malattie. Le formule di guarigione e i rituali: per il fuoco sacro (o di Sant’Antonio), per la storta, per gli eczemi, per il malocchio costituiranno altri elementi interessanti della trasmissione. Poi arriveranno anche le storie di magia e di paura. L’incontro seguente condotto da Andrea Baldini verrà dedicato alla figura del lupo mannaro la cui leggenda verrà raccontata a più voci soprattutto da letture delle poesie di Luigi Poletti. Il licantropo è un personaggio classico della mitologia popolare, ma ormai quasi estinto anche nella fantasia dei cultori del brivido paesano, che per tener calda la leggenda, ne inventano di tanto in tanto qualche apparizione nel borgo del Piagnaro e nella vicina "Biedla", così per celia, o forse per potersi sentire ancora protagonisti cantori e depositari di storie e leggende del tempo che fu. Una fra queste, che si racconta ancor oggi nello Zerasco presenta tutte la caratteristiche tipiche della stregoneria e viene raccontata da Carlo Caselli nel suo libro "Il Viandante". Un giovane della frazione di Montelama emigrato in Corsica, una sera di Carnevale, sente il desiderio di rivedere la sua fidanzata e ne parla con un vecchio compaesano. L’anziano allora vuole aiutarlo. Abbracciati saltano un catino di acqua e per incanto il giovane si ritrova a casa. Seguendo le istruzioni del vecchio si cosparge di un unguento e si trasforma in gatto, così raggiunge la casa della fidanzata, ma vede che lei sta amoreggiando con un altro. Il gatto decide di spegnere la luce della stanza, ma la giovane infastidita prende un coltello e taglia una zampa all’animale che fugge. Dopo circa sette mesi il giovane torna a Montelama privo della mano destra.

N.B.