GABRIELE RATTI
Cronaca

"Stop alle differenze di genere sul lavoro"

Diana Tazzini, consigliere per la parità in Provincia, chiama intorno a un tavolo datori e sindacati per eliminare il gap-gender

di Gabriele Ratti

Da due mesi è lei che deve garantire il rispetto di "tutti i paletti normativi relativi alla parità di genere", pronta a denunciare i problemi che dovesse riscontrare in modo tempestivo. Diana Tazzini, avvocato, ha colmato un vuoto annoso in Provincia. Al suo fianco, come consigliera supplente, lavora Ilaria Tarabella.

La parità di genere è tema molto discusso, che richiede un grande sforzo collaborativo.

"Qui chiunque troverà sempre la porta aperta e supporto. Per per ottenere parità è necessario lo sforzo di tutti, dei sindacati, dei lavoratori, delle aziende e delle persone comuni".

Cosa intende fare e che situazione ha trovato?

"Fino a quando non sono arrivata questo ufficio era vuoto, quindi bisogna iniziare ora un percorso fruttuoso. Per prima cosa ho intenzione di analizzare il territorio e la situazione generale, poi sarà fondamentale trovare contatti con tutte le associazioni dei lavoratori e gli enti, e ho ho già iniziato a farlo. Ho intenzione di fare un passaggio di confronto con tutti i sindacati e con i datori: il concetto della parità di genere deve essere assorbito dall’alto verso il basso nel mondo del lavoro. Ho intenzione di portare avanti iniziative trasversali assieme a tutte le forze politiche. Importante è soprattutto per me combattere il gender-gap, ovvero la differenza salariale tra uomo e donna per lo stesso lavoro. Sono molto fiduciosa di poter ottenere buoni risultati: ritengo che la politica oggi sia pronta ad affrontare in modo serio questo tema. Ma la mancata emancipazione femminile nel lavoro spesso si traduce nella tolleranza della violenza a casa, e su questo ho intenzione di sensibilizzare a fondo"

Aveva già rimarcato l’importanza della famiglia nell’educazione alla parità di genere.

"Oggi è impensabile non conciliare vita professionale e familiare. Proprio per questo credo che il concetto di famiglia debba essere separato dall’idea della donna come unica persona ad occuparsi della casa. Questa nuova concezione dovrebbe propagarsi non solo tra i grandi, ma soprattuto tra i giovani e i bimbi, in modo da sostituire l’abitudine di "aiutare la mamma in casa" con la volontà di fare qualcosa per la propria famiglia in generale. Non si deve più vedere l’aiuto come un togliere alla mamma una faccenda ma come fare la propria parte all’interno del sistema famiglia. Ho intenzione di parlare nelle scuole di tutta la provincia".

Un tema ancora molto discusso è il linguaggio di genere.

"Io mi definisco consigliera: bisogna abbandonare questa idea tutta italiana per cui l’ambito casalingo è della donna e quello professionale solo maschile. Credo molto nell’autodeterminazione delle persone e essere inseriti a prescindere in una categoria lo ritengo sbagliato, poiché molte persone non hanno una determinazione sessuale. E spesso certe parole come “signorina” vengo utilizzati per sminuire sul luogo di lavoro e per privare di un titolo ottenuto, ed anche questa è una grave violenza di genere".