
Sos dal museo del marmo "I lavori non bastano Serve un vero progetto per il suo rilancio"
di Daniele Rosi
Rilanciare il Museo del Marmo con un programma chiaro e definito. E’ l’appello all’amministrazione comunale che arriva dal professor Enrico Dolci, “papà” del museo stesso. Invitato nelle commissioni congiunte cultura e marmo presiedute da Maria Mattei e Nicola Marchetti, l’esperto archeologo, già docente di Beni culturali all’Accademia di Belle Arti, ha rinnovato l’invito alla ad un reale interesse da parte del Comune nella programmazione futura della struttura da lui ideata ormai più di 40 anni fa. Era il 1982 quando Dolci, dopo alcuni anni di lavoro sulle cave e scoperte di numerosi reperti archeologici, decise che tutti quei materiali rinvenuti, dal grande valore storico e artistico, avrebbero dovuto avere un luogo adatto per essere osservati e studiati. Lavoro che nel 1980 era confluito nella pubblicazione ‘Carrara cave antiche’ ancora oggi considerata una sorta di guida per il settore archeologico. Da lì la scelta di Dolci di creare un museo che potesse accogliere i reperti, e valorizzare così l’aspetto culturale e turistico della città attraverso il marmo e la sua storia.
"Sento parlare di lavori di ristrutturazione della struttura da parte del Comune – ha sottolineato Dolci – ed è sicuramente positivo, ma ritengo che si debba anche guardare oltre, e avere una progettazione di base, con idee per stabilire i punti di riferimento e cosa si voglia fare esattamente dentro al museo. Per adesso non ho ben chiari quali siano i piani dell’amministrazione una volta terminati i lavori. Il mio appello è per rimettere in moto le cose, perché un rilancio del museo è fondamentale".
L’attuale chiusura del Museo del Marmo non ha fermato il lavoro di ricerca in cava di Dolci e del collega archeologo Giovanni Gatti. Sono decine i nuovi reperti trovati e ancora fermi al monte che rischiano di essere rovinati o peggio ancora perduti. "A un certo punto tutto si è interrotto – ha sottolineato Dolci – e i materiali rinvenuti hanno iniziato a non spostarsi più dalla cava. Considerata l’incertezza attuale sul museo, rischiano di non essere valorizzati. Qualche anno fa c’era stata la proposta di un importante industriale del lapideo di mettere a disposizione un’area come deposito momentaneo di questi reperti, in attesa di capire il destino del museo: a mio parere merita di essere approfondita. La proposta di uno stoccaggio temporaneo in commissione ha trovato il gradimento del consigliere di maggioranza Gianmaria Nardi. Il consigliere d’opposizione Massimiliano Manuel ha chiesto chiarimenti circa la presenza di un eventuale inventario in cui siano catalogati i reperti rimasti alle cave. Andrea Tosi e Simone Caffaz si sono detti si sono uniti all’appello del professor Dolci sulla necessità di chiarire in tempi rapidi la progettualità culturale intorno al museo.