Sinergia contro la ‘peste suina’: "Se non si levano i cinghiali non c’è futuro per la zootecnia"

Allarme e regole sanitarie sotto esame nel convegno con gli esperti organizzato dalla Cia a Pontremoli

Sinergia contro la ‘peste suina’: "Se non si levano i cinghiali non c’è futuro per la zootecnia"

Sinergia contro la ‘peste suina’: "Se non si levano i cinghiali non c’è futuro per la zootecnia"

La peste suina africana è un’emergenza sanitaria e come tale va trattata. Pur non rappresentando un pericolo per la salute dell’uomo, è causa di un importante impatto socio-economico nelle zone colpite e di ingenti perdite per il settore suinicolo. L’allerta è scattata da tempo per il possibile rischio di diffusione in Lunigiana anche se i casi per ora sono stati trovati solo nel territorio emiliano confinante. Due i Comuni che, sulla base del regolamento europeo scorso sono entrati nella Zona II a restrizione Psa: Zeri e Pontremoli. Mulazzo, Filattiera, Villafranca,Tresana e Bagnone sono classificati in Zona I: area senza focolai. Se n’è parlato nel convegno organizzato ieri dalla Confederazione italiana agricoltori all’Agriturismo Filippi di Pontremoli sulla Zootecnia come risorsa fondamentale per le aree interne.

I lavori sono stati introdotti dal direttore di Cia Toscana Giordano Pascucci alla presenza del sindaco di Fivizzano e presidente dell’Unione dei Comuni Gianluigi Giannetti, del presidente di ATC13 Massa Emiliano Centofanti, del presidente di Cia Toscana Nord Luca Simoncini e di una folta platea di agricoltori e allevatori associati. Marco Ferretti, dirigente regionale, ha parlato del piano per la gestione della Psa in Toscana, Alessio Capecci, rappresentante della Sanità ha esaminato il ruolo e le funzioni dei Gruppi operativi territoriali e Francesca Pocai, veterinario che guida i Got provinciali costituiti da esperti dei settori della sanità, dell’agricoltura e dell’ambiente, ha trattato la gestione delle emergenze sanitarie.

"È necessario mettere in sicurezza il territorio rurale, non solo in termini di salvaguardia delle produzioni e della sostenibilità economica delle imprese, ma per garantire anche attraverso la sopravvivenza delle stesse, il necessario sostegno sociale ed ambientale a queste aree marginali", ha detto Pascucci. Il quadro aggiornato dei dati sui casi infetti in Italia dal 1° gennaio al 21 aprile riporta 604 episodi confermati, una media di oltre 5 al giorno. In Toscana sono stati 80. Occorre ridurre drasticamente il numero dei cinghiali eradicando il virus della peste suina africana per salvare gli allevamenti e le esportazioni di carne di maiale, perché il rischio di ricadute dell’epidemia sulle imprese e sull’occupazione è drammatico. Obiettivi che si possono raggiungere con un salto di qualità dell’attività del commissario straordinario governativo. "Se non si levano i cinghiali non c’è futuro", ha concluso Pascucci invitando alla collaborazione Atc e Got. Ma in casi estremi potrebbero intervenire anche i militari. "E’ stato un incontro importante per approfondire le informazioni ai nostri associati – ha aggiunto il presidente di Cia Toscana Nord Luca Simoncini – e per evitare allarmismi".

N.B.