
Secondo posto a Taiwan per Selene Frosini, la scultrice carrarese, già selezionata la scorsa estate tra gli otto finalisti del “LihPao Sculpture Award” a Taipei, ha vinto il premio d’argento della sesta edizione della ‘Biennale Internazionale di Scultura Lihpao’, classificandosi dietro l’artista taiwanese Dai Suzhen, davanti al rumeno Petre-Virgiliu Mogosan e il turco Ümit Turgay Durgun (bronzo a pari merito). Selene Frosini ha concorso con la scultura intitolata “Through the Horizon”, una forma astratta in marmo bianco, cm. 130x92x30 (rispettivamente larghezza, altezza e profondità) che adesso fa bella mostra nella sede della fondazione taiwanese. "Non me l’aspettavo e sono molto contenta e soddisfatta – confessa la Frosini che si è già rimessa al lavoro sui suoi marmi informi – , c’erano tante opere belle, di ottimo livello e di scultori importanti. Essere premiati all’estero vuol dire che la nostra scultura è apprezzata e a Carrara non ci rendiamo conto dell’importanza di quello che facciamo, non diamo valore al nostro lavoro".
All’edizione hanno partecipato 138 opere provenienti da 25 paesi. "Ogni giudice ha molte opinioni su questa selezione – ha detto il presidente della giuria Takamichi Ito – questa volta la qualità dei lavori è stata molto buona e la selezione è stata molto difficile. Spero che tutti gli artisti selezionati possano iniziare da questo premio per salire su palcoscenici più grandi".
Per Selene Frosini l’avventura di Taipei inizia nel 2022 quando su internet si imbatte in una applicazione che parla di questo premio, decide di inviare la fotografia di una sua opera, appunto “Through the Horizon”, quindi arriva la nomination tra gli otto finalisti e adesso anche il podio. Classe 1988, originaria di Pontedera ma per motivi familiari a Carrara dall’età di 10 anni, Frosini si è formata al liceo artistico di Carrara per poi specializzarsi in scultura alla Accademia di Belle Arti di Firenze. La gavetta inizia molto presto, nel 2007, negli studi Michelangelo di Carrara dove lavora a fianco di artisti nazionali e internazionali, come scultore-artigiano su lavori di finitura eccellente, ma allo stesso tempo segue un percorso personale, affascinata dal marmo che definisce "materia così elegante ed eterna", rendendola plasmabile e giungendo ai suoi limiti, sempre in un rapporto tra il vuoto e il pieno. Selene lavora, leviga, accarezza, erode il marmo come la migliore delle vie possibili per raccontare qualcosa di sé.
È marmo di risulta (quello che altri avrebbero gettato) e questo rende ancora più prezioso il suo lavoro. Così dagli scarti di laboratorio arrivano le opere d’arte, da pezzi informi nascono contorni espressivi, una lavorazione che indaga l’intimo della materia. Nel 2012 la Frosini termina l’accademia e dal 2020 si evolve in scultrice con un atelier in corso Rosselli, partecipa a simposi, concorsi, mostre personali e collettive a Carrara, Firenze, Salerno, Trieste, Sardegna, Sicilia, Belgio, Germania, Egitto, Malesia.
"Portare il marmo ai suoi limiti, senza però mai una forzatura perché è la materia che ti dà il limite e anche il suono della materia cambia" dice Selene Frosini che mantiene le dimensioni dei blocchi di marmo che trova, lavora lastre con la crosta marrone che presentano il taglio netto della lama. "Ogni frammento, ogni scaglia, ogni sasso rappresenta per me quel piccolo mondo, avvolto come in un involucro nella materia nella quale si muove e si evolve. Un cuore articolato all’interno del blocco tra vuoti e pieni, tra luci e ombre, dove poter toccare con gli occhi la robusta fragilità della sua forma".
Maurizio Munda