REDAZIONE MASSA CARRARA

Scuola del futuro, tempi del passato. Ritardi e rincari per il ‘Sambuchi’

Il nuovo polo di Fivizzano che ospiterà il ’Pacinotti Belmesseri’ doveva essere completato un anno e mezzo fa

Scuola del futuro, tempi del passato. Ritardi e rincari per il ‘Sambuchi’

di Alfredo Marchetti

Una scuola del futuro... ancorata alle solite logiche del passato. Doveva suonare un anno e mezzo fa la campanella al grande e futuristico polo scolastico Sambuchi di Fivizzano, nato dalle ceneri della vecchia scuola dichiarata inagibile a causa del terremoto che aveva colpito la Lunigiana dieci anni. Doveva, perché per ritardi biblici i banchi di scuola sono ancora un miraggio e dei laboratori all’avanguardia non c’è ancora nessuna traccia. E inevitabilmente i costi salgono alle stelle.

Il progetto, approvato nel settembre 2020 aveva ottenuto i finanziamenti dal Dipartimento della Protezione civile dopo l’evento sismico che aveva interessato il territorio, con conseguente inagibilità del vecchio istituto. Soldi pubblici conquistati dal compianto primo cittadino Paolo Grassi. Complessivamente Roma aveva messo sul piatto un milione e 400 mila euro. La ditta vincitrice della gara pubblica indetta nel gennaio successivo, la Vincenzo Russo costruzioni, si era immediatamente tirata indietro perché, fatti due conti, si era resa conto di non poter riuscire a garantire il cronoprogramma dettato dall’ amministrazione del sindaco Gianluigi Giannetti. Palazzo civico si era visto costretto a scorrere la graduatoria a favore dell’associazione temporanea di azienda, che aveva come capogruppo mandataria la Iris costruzioni di Villafranca in Lunigiana, che nell’agosto del 2021 aveva iniziato i lavori.

"Qui sono iniziati i ritardi – spiega il sindaco –. La mandataria del gruppo di aziende si doveva occupare degli scavi e della fondamenta, ma ha avuto ritardi per i solai. La prima, quella vincitrice all’origine, aveva rinunciato per tutta una serie di impegni e non era riuscita ad avviare i lavori nei tempi chiesti da noi. Ci aveva informato che era stata costretta a rinunciare perché non riusciva a rispettare il cronoprogramma".

Passano i mesi e il progetto della scuola stenta a decollare. Fino alla scorsa settimana, quando una determina comunale cambia le carte in tavola. Tra le righe si legge che lo scorso 9 gennaio c’è un cambio all’interno dell’Ati: la Iris cede il posto alla Cevig dopo averlo ufficializzato con le carte bollate davanti al notaio Lucio Consoli. "Questo cambio ci permette – prosegue – di velocizzare i tempi -. Nei giorni scorsi sono stati effettuati dei lavori nei cantieri per quanto riguarda gli scarichi esterni e le fondamenta. I costi, inevitabilmente sono aumentati e credo che per la prima volta nel nostro comune, attiveremo la penale per i ritardi causati dalla ditta subentrata dopo quella inizialmente vincitrice. I nuovi spazi accoglieranno i ragazzi dell’istituto Pacinotti Belmesseri, ex ragioneria e l’agrario. Per rientrare dei costi abbiamo affiancato al progetto iniziale un altro, che permetterà di far nascere un frutteto con serra da realizzare nell’area dov’era il vecchio istituto, utile alle lezioni per i ragazzi, circa un centinaio". Ci saranno laboratori tecnologici all’interno della nuova scuola realizzata con materiali in legno, all’avanguardia e 10 classi. "I lavori dovrebbero subire un’accelerazione definitiva nei prossimi giorni, per poi concludersi entro ottobre prossimo. Siamo fiduciosi che, dopo un anno e mezzo di ritardi, si possa finalmente vedere la luce di una scuola che attendiamo da tanto tempo. I costi sono saliti a causa del Covid e dall’adeguamento dei prezzi".