Sanac, i lavoratori ora chiedono aiuto a Giorgia Meloni

L’accorato appello: "Siamo famiglie senza futuro in una zona con l’indice più alto di disoccupazione. Confidiamo in lei, non ci abbandoni"

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E’ una lettera che contiene la storia della Sanac, dei suoi circa 350 dipendenti in quattro stabilimenti in Italia di cui un centinaio solo a Massa, e racchiude la frustrazione dei lavoratori che lanciano un appello alla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, oggi candidata a guidare un governo di centrodestra se dovesse vincere le elezioni. "Siamo stufi, demoralizzati, famiglie senza prospettive, in un territorio con l’indice più alto in Toscana di disoccupazione. Confidiamo in lei; ci sembra l’unica esponente politica in cui la coerenza sembra essere ancora un valore, per favore se può non ci abbandoni", scrivono nelle ultime righe i dipendenti dello stabilimento di Massa nella lettera consegnata il primo settembre al capogruppo in consiglio comunale di FdI Alessandro Amorese e al coordinatore provinciale Marco Guidi, per essere inviata alla Meloni. I dipendenti Sanac ripercorrono la storia del gruppo "una realtà consolidata nel panorama internazionale e leader in Italia nel settore di riferimento, col 35% del mercato nazionale, producendo i prodotti necessari a coprire la quasi totalità dei refrattari". Poi l’ingresso nel gruppo Riva nel 1995 "in concomitanza con l’acquisto dell’Ilva di cui Sanac faceva parte" per arrivare all’amministrazione straordinaria iniziata nel 2015 da cui è iniziato il calvario verso l’inferno dopo il lungho tira e molla con Arcelor Mittal nella prima, seconda e terza gara (quest’ultima è alle porte). "Non è ammissibile dover sottostare ad un amministratore delegato di ArcelorMittal Italia e di Invitalia, tale Lucia Morselli, che fa e disfà a piacimento giocando sul futuro delle famiglie – scrivono -, lo Stato e il Ministero dello Sviluppo Economico dovrebbero opporsi e decidere in autonomia invece di assecondare. Non è possibile che i commissari dell’amministrazione straordinaria debbano recuperare crediti con 26 ingiunzioni di pagamento, non è possibile che si siano bloccati gli ordini a Sanac quando fino a ieri abbiamo continuato a spedire senza essere pagati. Siamo stati sfruttati fino a quando non si sono rivolti a multinazionali straniere bloccando gli ordini su Massa. C’è uno scoperto di 35 milioni: se entro fine settembre non sarà saldato non potremo sopravvivere. Anche lo Stato è complice? - concludono i lavoratori". "In questi anni e anche di recente abbiamo assistito a inutili passerelle di politici che hanno fatto promesse non mantenute - commentano Guidi e Amorese - . Abbiamo inoltrato la lettera e giovedì quando Giorgia Meloni verrà in Toscana, le consegneremo l’appello. Sanac è una priorità".

Francesco Scolaro