Un giunto che si stacca da un ponte autostradale e resta lì sull’asfalto, un’auto squarciata proprio da quel giunto che, solo per fortuna, non provoca conseguenze ancora più gravi. Un caso fortuito, eccezionale? Sembrerebbe di no, perché l’elenco degli incidenti sull’Autocisa non si fermerebbe a quello che ha coinvolto ad aprile un imprenditore spezzino. Palese la responsabilità dei danni conseguenti? Parrebbe di sì, ma in realtà così non è se per vederla riconosciuta l’imprenditore ha dovuto chiedere aiuto al suo legale che dovrà ricostruire il caso in un’aula giudiziaria. Così la Società autostradale ligure toscana (Salt) dovrà comparire il 6 dicembre davanti al giudice del tribunale di Parma. A presentare l’atto di citazione, attraverso l’avvocato spezzino Franco Biggini, è la Costa Group, società di progettazione e realizzazione di arredamento per locali di food & beverage, alberghi e grande distribuzione con sede a Riccò del Golfo in provincia della Spezia ma conosciuta in tutto il mondo.
Le ragioni risalgono all’incidente subìto ad aprile dall’amministratore delegato, Franco Costa, quando, in transito sull’autostrada A15 della Cisa diretto verso Parma, ha scontrato un grosso oggetto metallico presente sulla carreggiata. Oggetto classificato, nel verbale della Polizia intervenuta poco dopo, come "riferibile ad un giunto del Ponte Taro I°". Il pezzo metallico squarciava il pianale dell’auto su cui viaggiava Costa che, nonostante l’urto improvviso, era riuscito a non perdere il controllo e fermarsi in una piazzola di sosta senza coinvolgere o intralciare gli altri mezzi in transito. Ingenti i danni: la riparazione dell’auto (una Mercedes del valore commerciale di oltre 200mila euro) superava i 130mila euro.Immediata la lettera dei legali di Costa alla Salt, che gestisce la manutenzione del tratto autostradale interessato, per la richiesta di risarcimento dei danni.
Risposta? Una Pec del 4 maggio in cui lo invitava a mettersi in contatto con il brocker assicurativo, la Generali Italia. Scuse o richieste di informazioni sullo stato di salute del conducente? Neanche l’ombra. In compenso, poco dopo arrivava una comunicazione dalla Generali Italia in cui la compagnia manifestava l’intenzione di contestare a Costa il concorso di colpa nel sinistro stradale.
E, come fosse una cosa del tutto normale, l’ammissione che sono numerosi i sinistri causati ad auto da rotture eo spostamenti da parte dei giunti. E’ dunque normale che un grosso pezzo metallico rimanga abbandonato su un’autostrada? Cosa sarebbe successo se a scontrarsi fosse stato un motociclista? La manutenzione di un’autostrada è o non è responsabilità di chi la gestisce, considerato anche che la percorribilità è a pagamento? E’ per trovare risposta a queste e altre domande che il legale di Costa Group ha deciso di procedere alla citazione in giudizio della società, con relativa richiesta di risarcimento che, oltre al danno all’auto, quantifica il 138mila i danni dell’azienda dovuti alle lesioni riportate dal conducente che lo hanno costretto a rimanere in infortunio dal lavoro dal 14 aprile (data dell’incidente) al 15 luglio..
"A tre anni dal crollo del ponte Morandi - commenta Franco Costa - trovo assurdo che possano esserci ancora così gravi problemi di manutenzione. Ancara una volta un giunto di un ponte... Auspico che anche la magistratura indaghi - prosegue - non solo su quanto accaduto a me ma anche sulla frequenza dei sinistri che si registrano sui tratti autostradali della Salt a causa di incuria e non corretta manutenzione della strada. Trovo poi incedibile che una compagnia di assicurazioni come Generali - conclude Costa - tenti in un caso del genere di contestare un concorso di colpa del conducente di turno, il tutto per tentare minori risarcimenti! E anche su questo Salt tace!"