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Rsa, la Regione cambia le quote. Spada di Damocle sui Comuni. Urgente mezzo milione in più

Massa, Carrara e Montignoso costretti a guardare nei loro bilanci per trovare le risorse necessarie. La conferma di Persiani: "Ci saranno aumenti per servizi non aggiuntivi: un aggravio importante". .

Cambiano le carte in tavola per il calcolo delle quote sociali e sanitarie nelle Rsa della Regione Toscana ed è in arrivo un bel ‘salasso’ per le casse dei Comuni. Solo nella zona di costa fra Massa, Carrara e Montignoso si dovrà versare circa mezzo milione di euro in più. Risorse che vanno trovate e ora le amministrazioni stanno frugando fra le pieghe di bilancio per trovare i fondi necessari e non è facile, sia per chi ha approvato il bilancio di previsione, come Massa e che dovrà intervenire con una variazione, sia per chi ancora non lo ha fatto ma che ancora si basta sulle somme stanziate negli anni precedenti. Ma non c’è tanta scelta: c’è da garantire un servizio essenziale per una popolazione sempre più anziana che ha bisogno di aiuto e supporto. Lo conferma il sindaco di Massa, Francesco Persiani, a seguito dell’ultima Conferenza zonale che si è svolta il 18 gennaio, anche se il tema era già emerso alla fine del 2023 e nella riunione del 14 dicembre.

"C’è un aumento dei costi dei servizi che sono stati ricalibrati nel calcolo delle competenze fra Asl e Comuni, fra sanitario e sociale – evidenzia il primo cittadino -. Aumenti che non portano a servizi aggiuntivi ma che rappresentano un aggravio importante, quasi del 50% rispetto alle somme che stanziavamo ogni anno". Massa quindi deve passare dai circa 470mila euro fissati nel 2023 ai 734mila euro che deve mettere a bilancio nel 2024, quindi oltre 250mila euro in più. Non va meglio a Carrara, dove il rincaro si aggira sui 220mila euro, passando a un totale di 689mila a bilancio, mentre Montignoso se la dovrebbe cavare con poco meno di 6mila euro. "E’ un impegno abbastanza importante che vogliamo e dobbiamo onorare – prosegue Persiani -. Non abbiamo alcuna intenzione di tornare indietro su servizi essenziali per la comunità. Se non investissimo risorse su sociale, salute e sanità mancheremmo alla nostra missione e agli obiettivi di un’amministrazione. Troveremo le risorse nelle pieghe di bilancio".

Ragionando su un numero stabile di quote totali sarebbero per la zona distretto Apuane 217, in Lunigiana 128. Troppo poche per quelle che sono le necessità del territorio dove la popolazione invecchia e le famiglie hanno sempre maggiori difficoltà a gestire gli anziani che hanno anche problemi di salute in casa mentre le Rsa private hanno costi fuori portata per la maggior parte dei portafogli. Quote che forse dal 2024 potrebbero vedere un piccolo aumento, circa 20 posti letto in più nella zona distretto Apuane, che dovranno poi essere suddivise fra i Comuni, andando quindi ad aumentare ancora il carico a bilancio.

Ma sono numeri che comunque non bastano a soddisfare la domanda, precisa Persiani: "A oggi abbiamo due liste d’attesa piuttosto importanti sul territorio. Al 15 gennaio ci sono 39 anziani in attesa per un inserimento definitivo nelle Rsa e altre 41 per un inserimento temporaneo". Insomma, mentre la popolazione invecchia mancano risorse per affrontare quella che potrebbe diventare un’emergenza in una situazione già critica: c’è bisogno di quote sanitarie, certo, ma anche di strutture diverse in grado di ospitare anziani che non abbiano problemi sanitari e per i quali non serva la Rsa. Una delle proposte emerse in conferenza zonale come il co-housing.

FraSco