REDAZIONE MASSA CARRARA

Nuovo stop per Sanac ‘Bocciato’ il Grossi Group

Rifiutata la proposta della società canadese per l’acquisizione dell’azienda. Usb: "Non garantiva l’occupazione e prezzo non congruo. Ora un incontro".

Un manifestazione per la Sanac

Un manifestazione per la Sanac

Un’altra fumata nera per Sanac. Niente da fare neppure con la proposta dell’azienda canadese Grossi Group che è stata respinta. Continuano a restare nel limbo dunque gli operai della società che ha uno stabilimento a Massa. "È appena stata rifiutata (giustamente) la proposta di Grossi Group da parte dei commissari Sanac" commenta l’Unione Sindacale di Base di Massa. "Tra le ragioni che hanno portato alla determinazione di non accettare l’offerta ha pesato moltissimo il piano industriale, che non garantiva la piena occupazione – spiega –. Inoltre il prezzo offerto non appariva congruo e compatibile. Due elementi che giustamente hanno portato i commissari a rifiutare la proposta del gruppo Grossi group. La proposta arrivata ci dimostra nuovamente che il sistema capitalista e nello specifico la mercificazione dei comparti strategici a favore delle multinazionali private porta sempre e comunque disgregazione occupazionale e impoverimento, come sosteniamo da anni".

Dopo il ‘niente di fatto’ della trattativa con il gruppo italiano Beltrame, l’asta per la vendita dei quattro stabilimenti Sanac era andata avanti con l’offerta messa sul tavolo dei commissari dal colosso canadese dell’acciaio The Grossi Group. Lo stabilimento massese di Sanac (gli altri sono a Vado Ligure, Assemini e Gattinara) era ritornato in salute grazie agli ordini ripartiti a seguito della fuoriuscita di Sanac dalla ’black list’ dell’ex Ilva. Sull’offerta vincolante era partita la fase di analisi della proposta industriale, finanziaria ed economica che l’offerta di Grossi group non ha superato. Erano già cinque i bandi di vendita che non erano riusciti ad arrivare in porto.

L’azienda canadese aveva presentato la propria manifestazione d’interesse alla scadenza di ottobre per l’acquisizione della società mentre si era ritirata l’italiana Ettore 1910. La presenza di un’offerta vincolante sul tavolo delle trattative rappresentava un importante passo in avanti ma non una certezza che l’acquisizione potesse davvero andare in porto. Nel mezzo c’era infatti la fase di analisi della proposta industriale, finanziaria ed economica, con il rispetto dell’operatività e del battente industriale che già in passato avevano rappresentato due scogli importanti contro cui si erano scontrate altre proposte di carattere internazionale.

"Per l’ennesima volta registriamo che non è possibile fidarci delle parole dei politici locali del governo, che ci avevano ancora una volta promesso grandi soluzioni, che il bando sarebbe andato in porto positivamente – commenta ancora l’Usb –. Crediamo che è solo reinserendo Sanac all’interno del piano nazionale per l’acciaio e solo procedendo verso una nazionalizzazione dei comparti strategici nazionali che si può salvare gli operai Sanac, e i nostri delegati nazionali si stanno già muovendo in questa direzione, chiediamo inoltre che ci venga garantito che gli ordini da parte di Ilva continuino". Ora per l’Usb è determinante un incontro a Massa con i direttori Sanac per avere risposte immediate.