
Rocchi "La mia vita dedicata al marmo"
di Patrik Pucciarelli
Il marmo come un foglio di piccolo spessore. La luce veicolo di cromatismi che lo attraversano, racconto dell’interiorità che sfocia verso uno sguardo rivolto al futuro. La personale del carrarese Roberto Rocchi si interroga sull’uomo. Lo fa con 14 sculture in un misto tra pietra e ferro, retroilluminate. Una ricerca di 10 anni che si concretizza nella mostra ‘L’eterno in divenire’ presente all’interno dell’Adi Museum di Milano che verrà inaugurata sabato alle 18 e rimarrà fino al 13 febbraio.
"E’ la storia dell’uomo, autore di quelle domande poste per scavare a fondo - racconta l’artista -. La non conoscenza delle cose che sfocia in curiosità. Il frutto di anni di studio che mi hanno permesso di creare fogli in marmo attraversati da luci, dove l’intensità scruta l’essere". Nella cornice del museo milanese, nato dal recupero di un luogo storico degli anni ’30 attorno all’intero repertorio dei progetti appartenenti alla collezione storica del premio Compasso d’oro, saranno ospitate le sculture di Rocchi. "Predomina la figura del marmo che ridotto a un sottile spessore assume il sapore del tessuto valorizzatore di colori - racconta il curatore della mostra, Paolo Asti -. In questo modo prende forma l’opera ‘Materia’ dove lo scultore apuano intreccia marmo, resina e led. ‘Dialogo, Pentagono con quadrato, Rosso sospeso’, opere in cui il marmo statuario di Carrara e quello di Thassos si uniscono in una ricerca con ferro e acciaio. Nasce un manufatto che è l’espressione di una progettualità complessa in cui si manifesta il presente e si guarda al futuro, al divenire, in una dimensione che crea una relazione tra uomo e società".
Roberto Rocchi, classe 1962, nasce a Verbania poi "la mia famiglia è tornata a Carrara - spiega l’artista -. Ho frequentato l’Accademia di belle arti poi mi sono traferito per 12 anni a Brera dove ho insegnato scultura e ora sono tornato a casa ormai da 4 anni e insegno in Accademia". Oltre alle diverse esposizioni in Italia e all’estero Rocchi ha vinto, nel 1986, il premio per giovani artisti italiani all’università internazionale dell’arte di Firenze esponendo a Palazzo Strozzi. Alcune sue opere sono presenti nelle collezioni permanenti della galleria d’arte moderna e contemporanea Raffaele De Grada di San Gimignano e nel Het Depot Museum di Wageningem ad Amsterdam in Olanda dove, nel 2012, viene invitato ad inaugurare con una sua personale il nuovo museo. Nel 2015 è presente per l’arte italiana all’International sculpture in Seul in Corea del Sud. Ha tenuto seminari sulla scultura alla Governmant Gao Carving di Quyang in Cina e la Taipei National University of the Arts di Taiwan.
"Le opere dell’artista - conclude il curatore Asti - acquistano una inattesa forza lirica, talvolta drammatica, in alcune affiora una vena perfino surrealista, in altre una tensione tellurica, tutto grazie alla luce che le irrora e ne esalta i contorni".