Rivolta in montagna: "Rimborsi sulle bollette"

Esasperati gli abitanti delle frazioni massesi. I commercianti costretti a chiudere le attività senza corrente e buttare le merci avariate

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di Angela Maria Fruzzetti

Senza acqua e senza elettricità la montagna massese si mobilita. I residenti sono disperati: a tre giorni dal fortunale che ha devastato il territorio, quasi tutte le frazioni soffrono per carenza o mancanza di approvvigionamento idrico e di energia elettrica. Freezer scongelati, cibo buttato a sacchi, difficoltà a gestire bambini e anziani. In sofferenza gli esercizi pubblici che già devono resistere alla crisi per lo spopolamento. Il macellaio di Forno ha dovuto smaltire parecchia merce avariata e chiudere la saracinesca perché è senza corrente. Stessa situazione a Bargana, Bergiola e Lavacchio e nel versante San Carlo Pariana. Resceto, Guadine, Gronda, Casania sono alimentati da un generatore e ancora continuano a fare i conti con la carenza idrica, serviti con autobotti e sperando nell’arrivo delle piogge per riempire i serbatoi.

Situazione allarmante ovunque, a San Carlo Terme gli abitanti si sono riuniti, e all’assemblea hanno partecipato anche le associazioni di Simone Ortori e Daniele Tarantino che hanno invitato gli abitanti a presentare ricorso: verranno predisposti dei moduli per chiedere a Gaia ed Enel il riconoscimento in bolletta del disservizio. Sa di beffa la situazione per una montagna tanto ricca di sorgenti. "Nessuno parli di episodio, semmai è l’ennesima puntata di una serie di disservizi" dicono gli abitanti.

"Non siamo per nulla contenti di essere riportati indietro nel tempo, costretti a chiedere certezza di acqua ed energia elettrica – ha detto Ortori – .Vogliamo tutelare l’immagine della montagna massese e i diritti dei suoi utenti, famiglie ed esercizi commerciali. Le richieste di rimborso nelle prossime bollette per i disservizi subiti rappresentano anche lo strumento per dare un segnale a chi deve garantire questi servizi. Ci affideremo ad una associazione di consumatori, con l’avvocata Francesca Galloni, per non sbagliare i termini dei ricorsi. Produrremo un esposto che ripercorra gli ultimi disservizi subiti dagli utenti della montagna". Sorprende che l’abitato di San Carlo Terme e i suoi dintorni siano alimentati dall’acquedotto del Cartaro. "Sia il monte Belvedere che il versante di Forno e Casette hanno una serie di sorgenti che possono e devono essere utilizzate per evitare il ripetersi di situazioni emergenziali come quelle che stiamo vivendo" dicono.