Riparte l’estrazione nelle cave massesi

Nei prossimi dieci anni sono previsti oltre tre milioni di metri cubi di marmo. Ecco, bacino per bacino, le quantità che saranno estratte

Il sindaco Francesco Persiani durante un ‘tour’ alle  cave di marmo sopra Forn

Il sindaco Francesco Persiani durante un ‘tour’ alle cave di marmo sopra Forn

Massa, 26 novembre 2019 - Tre milioni e 335mila metri cubi di marmo da scavare nei prossimi dieci anni su sette delle nove zone in cui sono suddivisi i Piani attuativi dei bacini estrattivi di Massa. E’ quanto prevede lo studio commissionato da palazzo civico ed elaborato dal Centro di GeoTecnologie dell’Università di Siena e del quale, finalmente, dopo tanti mesi, iniziano a emergere numeri e dettagli specifici. Già ad agosto il sindaco Francesco Persiani aveva dichiarato di voler riattivare sette cave. Ora ci sono anche le quantità esatte del prezioso oro bianco che saranno estratte dalle Apuane. Bacino per bacino, cava per cava.

Bacino Monte Cavallo, 135mila metri cubi di volume massimo scavabile: 75mila da Padulello Biagi (prima ne restavano solo 12.991 residui ancora autorizzati), 60mila da Focolaccia (una delle sette da riattivare). Bacino Fondone Cerignano, 480mila metri cubi: per la Romana (che ne aveva autorizzati114.200) si scende a 75mila; Filone Fondone da 8.099 sale a 75mila metri cubi; Sottovettolina dai residui autorizzati 32.328 passa a 75mila; Bore Mucchietto da 9.959 residui autorizzati a 75mila. Saranno riattivate Carpano di sotto, Mucchietto e Puntello Bore e ciascuna avrà 60mila metri cubi da autorizzare per l’escavazione. Bacino Piastreta Sella, 107mila metr i cubi tutti per la cava Piastreta, già attiva, a cui restavano solo 23.944 metri cubi autorizzati.

Bacino Valsora, 150mila suddivisi egualmente fra Valsora (residui 10.500) e Valsora Palazzolo (74.511 residui). Bacino Capraia, 135mila metri cubi: 75mila per Capraia (29.068 residui) e 60mila per Cresta degli Amari (da riattivare).

Bacino Madielle, 548mila metri cubi di cui 288mila per Madielle Marianna (residui 67.776) e 260mila per Madielle (40.900 rimasti da ultima autorizzazione).

Bacino Gioia Rocchetta, versante massese, totale 1 milione e 800mila metri cubi di massimo volume escavabile così divisi: 180.000 Lavagnina (387.187 residui), 205.000 Ravalunga (36.816 residui), 180.000 Piastrone3 (82.857 residui), 360.000 Piastrone1 (44.211 residui), 220.000 Vittoria (75.562 residui), 460.000 Caldia-Rocchetta Caldia (249.363 residui), 75.000 Biancospino (20.200 residui); poi 60mila a testa fra Rocchetta-Saineto e Capriolo (Capriolo Biancospino), entrambe da riattivare. Dismesse con volumi zero autorizzabili a cava Alte Francè (bacino Brugiana) e Carchietto (bacino monte Carchio).

Curiosa, certamente, la parte dedicata a obblighi e premialità. Di fatto le intenzioni dei Pabe di Massa sono quelle di concedere ulteriori volumi in base al comportamento del concessionari. Allora, con una produzione fino al 50% del volume assegnato, sono previsti tre obblighi: rilievo 3D con uso di drone, realizzare un impianto di pulizia delle gomme dei mezzi di trasporto (anche in forme associate) entro 6 mesi, applicare sistemi di tracciabilità con chip da applicare sui blocchi, entro un anno. Con produzione oltre il 50%, arrivano i premi: +5% del volume assegnato se si ottiene la certificazione ambientale Emas III, +10% se si ottiene la certificazione ambientale ISO 14001, si introducono macchine in grado di ridurre le polveri o a basso consumo d’acqua o si assumono 2 lavoratori in più; +15% con certificazione sicurezza ISO 45001 o se danno un contributo annuo per la valorizzazione dei percorsi di trekking, la valorizzazione turistica o per realizzare progetti di ‘realtà aumentata’ in grado di far vivere le montagne anche in ‘digitale’. © RIPRODUZIONE RISERVATA