"Quella del Museo Carmi è un’idea... rubata". Barbara Sisti accusa il Comune 14 anni dopo

Giovanna Bernardini: "Rivendicazione di basso livello. Abbiamo lavorato con Casa Buonarroti e ottenuto i finanziamenti"

"L’amministrazione comunale ha utilizzato la nostra idea per chiedere finanziamenti e creare il museo Carmi". Le parole sono quelle della curatrice d’arte Barbara Sisti, direttrice del museo diocesano di Sarzana che, durante la settima conferenza ‘Il marmo e Michelangelo’ al Castello Malaspina di Massa, ha chiuso con un attacco mirato tornando indietro di anni, al 2010. "Rivendicare la cosa dopo 14 anni mi sembra di basso livello", controbatte l’assessore alla cultura di allora, Giovanna Bernardini. "La mia idea era quella di un progetto molto articolato di una mostra su Michelangelo Buonarroti – spiega la curatrice Sisti –. Tutto nasce dal mito Buonarroti, forte a Carrara, sedimentato nel territorio dove le persone sanno tutto su di lui. Io che sono laureata in storia dell’arte sentivo storie, anche non vere, ma che comunque trasmettevano la voglia di rivendicare una certa appartenenza al mito. Nasce quindi la necessità di trovarmi a raccontare la vera vita dell’artista alle persone, non solo facendo una semplice divulgazione ma cercando di dare un volto a quei nomi presenti sui documenti storici. Insieme a Roberto Spinetta, titolare di un’agenzia di comunicazione, e Luciano Massari, ex direttore dell’Accademia di Belle Arti, abbiamo così iniziato a lavorare per dare vita a una mostra di livello più elevato in modo che il visitatore potesse essere non solo un semplice fruitore, ma che venisse immerso anche all’interno di produzioni digitali, di ologrammi, addirittura affiancando il tutto a eccellenze enogastronomiche del territorio e laboratori di scultura". All’interno della mostra ci sarebbero state varie sezioni: "Una dedicata ai documenti, poi una con i contratti, i disegni ma anche riproduzioni e tagli di grande formato. Sapevo che una parte degli studi relativi ai blocchi scelti da Michelangelo era conservata nell’archivio di Casa Buonarroti. Quei disegni potevano essere una parte del nostro progetto". Così Sisti, Spinetta e Massari avrebbero esposto il progetto all’allora amministrazione comunale che "ci ha mostrato entusiasmo, ci hanno addirittura detto di continuare con il progetto e così abbiamo fatto. Era così forte l’idea di valorizzare il legame tra Michelangelo e Carrara che alla fine hanno pensato di fare un museo senza contattarci. La nostra iniziativa è servita al Comune per chiedere finanziamenti e restaurare un luogo e poi farlo diventare un museo. Tutto questo senza di noi". Poi la stoccata all’amministrazione di allora. "Una delle cose che ci ha svantaggiato è che abbiamo parlato con persone che non sono state in grado di capire e hanno visto l’opportunità di accedere a idee utili per costruire qualcos’altro".

Pronta la replica dell’ex assessore Giovanna Bernardini dell’amministrazione Angelo Zubbani. "Dopo 13 anni rivendicare di aver avuto un idea mi sembra di basso livello. Di proposte di mostre ed eventi ne abbiamo ricevuti tanti, mi è stato chiesto di fare cose possibili e impossibili. Io ho lavorato con Casa Buonarroti perché era il soggetto più titolato per il Carmi quando a tutti sembrava impossibile la realizzazione. E sono riuscita a trovare i finanziamenti necessari".