PATRIK PUCCIARELLI
Cronaca

"Quel crollo non doveva accadere". Analisi e vigilanza sulla discarica

Amianto ma "non pericoloso": monitoraggi ancora in corso. L’assessore regionale Monni assicura verifiche accurate

"Quel crollo non doveva accadere". Analisi e vigilanza sulla discarica

"Quel crollo non doveva accadere". Analisi e vigilanza sulla discarica

"C’è amianto nel sedimento dell’area prossima al crollo di Cava Fornace", ha dichiarato l’ingegnere di Arpat, Stefano Santi, durante il vertice con Comuni e Regione ieri mattina nella sala giunta di Montignoso . Emerge dalle analisi eseguite dopo il crollo nella discarica che ha provocato un fiume d’acqua, argilla e percolato , finito poi sull’Aurelia, nel canale che confluisce nella Fossa Fiorentina e nel Lago di Porta. "E’ una discarica autorizzata a ricevere amianto quindi era prevedibile – prosegue l’ingegnere Santi –. Si sono poi liberate fibre di amianto trascinate in sospensione, ma in acqua non c’è pericolo per la salute. Fino a quando il materiale rimane allo stato umido non c’è da preoccuparsi e rispetto ai volumi rilevati non ci aspettiamo un accumulo nel Lago di Porta, per questo non verranno effettuati rilevamenti al suo interno. Dalle prime analisi, subito dopo il crollo, avevamo individuato superamenti di ferro, alluminio e idrocarburi nell’area più impattata, dove il percolato è entrato nella Fossa Fiorentina. Le analisi sono tutt’ora in corso".

Per capire i reali effetti dell’incidente bisognerà attendere il rapporto finale di Arpat che sta ancora accertando l’eventuale presenza di sostanze nocive per salute e ambiente. "Un evento critico che non sarebbe dovuto accadere – dice l’assessore regionale all’ambiente, Monia Monni –. Sono in corso gli accertamenti sulle cause di un crollo che ha interessato una parte di discarica già chiusa. Abbiamo deciso di sospendere il Provvedimento autorizzatorio unico regionale, il Paur, per proseguire gli accertamenti e avere chiare le reali ripercussioni sul futuro".

Sulle cause del crollo ci sono per ora tesi e ipotesi. "Uno sfondamento dell’argine avvenuto per una quantità d’acqua non gestita in precedenza – sostiene Gianni Lorenzetti, sindaco di Montignoso e presidente della Provincia –. Valori di acqua elevati che hanno fatto aumentare la pressione nel vaso impermeabilizzato facendo cedere la parte più debole sul lato di Pietrasanta. Faremo analisi sia sulle acque che sui sedimenti, anche nel lago di Porta, con la necessità di garantire la sicurezza rispetto alle piogge future. E’ una discarica di rifiuti non pericolosa e in condizioni normali non c’erano i parametri per un’ordinanza di stop, ma oggi le condizioni sono differenti. Se si dovesse arrivare a una chiusura definitiva si porrà il problema della gestione".

Affila le lame invece il sindaco di Pietrasanta, Alberto Giovannetti, convinto che l’incidente sia frutto di "un momento di negligenza di chi doveva controllare la discarica. Un problema segnalato più volte, ma non vorrei che questa attenzione sia parte della campagna elettorale, per poi fare ripartire l’attività tra 6 mesi. Siamo contrari a una riapertura della discarica, bisogna vedere se questo incidente possa essere sufficiente a bloccare le autorizzazioni. Anche la fideiussione sulla discarica è consistente rispetto a quello che c’è dentro". Poi l’affondo: "Chi ha controllato non è stato preciso: se è franato l’argine vuole dire che il progetto è sbagliato. Probabilmente una struttura non adeguata e proporzionata alla forza di spinta che aveva la discarica. Mi chiedo chi possa garantire la sicurezza se non c’è stato nessuno a controllare per 5 giorni viste le feste e i ponti. Anche se non ci dovessero essere problemi ambientali è successa una cosa molto grave con qualcosa di strutturale che non ha funzionato". Presenti ieri al tavolo anche l’assessore Giulio Francesconi; la presidente della commissione di controllo Cava Fornace, Donatella Berti e la responsabile del dipartimento provinciale di Arpat, Licia Lotti.