MICHELA CARLOTTI
Cronaca

Quel capitello del 1100 "Affiorava nell’acqua L’app mi ha confermato che era molto antico"

Marco Vignaroli, romano di 56 anni, è autore di un blog di viaggi "Appena ho visto il reperto ho provato a muoverlo: era molto pesante. Da esploratore e pellegrino, questa scoperta mi ha emozionato".

Quel capitello del 1100  "Affiorava nell’acqua  L’app mi ha confermato  che era molto antico"

Quel capitello del 1100 "Affiorava nell’acqua L’app mi ha confermato che era molto antico"

di Michela Carlotti

È Marco Vignaroli il “pellegrino” che ha rinvenuto il capitello medievale nel fiume Magra sabato pomeriggio. Romano, 56 anni, dipendente di Enel, sposato con due figli, è autore di un blog in cui condivide i racconti dei suoi pellegrinaggi. "Il lavoro – racconta – mi porta a viaggiare spesso in tutto il Lazio e nella Toscana, regione, quest’ultima, che mi affascina in modo particolare. É ricca di risorse paesaggistiche, storiche e culturali. Lo scorso anno ho fatto il tratto di Francigena da San Miniato a Siena. Quest’anno mi sono messo alla prova nel più difficile percorso che attraversa l’Appennino tosco-emiliano". Vignaroli ha dato appuntamento a tre amici raggiunti in treno da Roma: partenza giovedì 1 giugno da Cassio e arrivo a Sarzana lunedì, per poi ripartire in treno verso Roma. "Una volta l’anno – spiega – ci troviamo per un cammino diverso. Sabato siamo arrivati all’ostello del pellegrino a San Caprasio: abbiamo depositato gli zaini e, aspettando il servizio docce, abbiamo deciso di andarci a rinfrescare al fiume". Il gruppo ha raggiunto la sponda del Magra scendendo da piazza ‘Smisurata Preghiera’ alla confluenza con il torrente Aulella.

"Stavo passeggiano lungo l’argine quando ho visto affiorare dall’acqua il reperto. Ho intuito che si trattasse di un pezzo antico: ho subito utilizzato Google Lens e alle 17,21 l’applicazione ha rilevato le origini medioevali". Poi le telefonate ai carabinieri, la corsa alla vicina San Caprasio dov’era in corso una mostra di scultura alla presenza del sindaco Roberto Valettini, la rimozione e la messa in custodia del reperto nella caserma dei carabinieri di Aulla "Sarebbe stato un rischio lasciarlo li – ha dichiarato Valettini – anche a fronte dell’allerta meteo diramata per il giorno successivo". "Appena l’ho visto, istintivamente ho provato a muoverlo: sarà pesato circa otto, nove chili" racconta il pellegrino. Giunti ad Aulla all’indomani del ritrovamento, la Soprintendenza di Lucca e Massa Carrara e il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze hanno confermato una datazione compatibile con altri reperti dell’Abbazia di San Caprasio.

"La vicesoprintendente Marta Colombo mi ha telefonato martedì – racconta Vignaroli – per comunicarmi personalmente la datazione del manufatto: si tratta di un capitello medioevale del 1100 d.c." Non nasconde l’emozione per la conferma di aver fatto una bella scoperta e aver restituito un pezzo di storia alla comunità: "Sono un viaggiatore interessato alla conoscenza e all’esplorazione dei luoghi e della loro storia: questa scoperta mi ha emozionato". La Soprintendenza ha espresso massima gratitudine. "La Colombo – spiega Vignaroli – mi ha ringraziato per il senso civico, anticipandomi che mi verrà recapitato anche il ringraziamento del Mibact". Il capitello, affidato alla custodia della Soprintendenza, verrà ripulito e consegnato al Museo di San Caprasio dov’è presente un reperto gemello e dove sarà esposto da luglio, durante ‘Le Notti dell’Archeologia’. "Non so ancora la data dell’evento ma mi farebbe davvero piacere esserci. La Soprintendenza – conclude Vignaroli – mi ha riferito che il reperto recherà la mia menzione in quanto autore del reperimento. Ho chiesto di citare anche gli amici che hanno condiviso con me questa esperienza".