C’è un concetto principale su cui si basa tutto il progetto del masterplan dal Frigido al Lavello: la miglior protezione della costa è la spiaggia. Quindi serviranno ‘isole’ di massi attaccate alla costa come soluzione per bloccare il ‘deflusso’ di sabbia ma soprattutto enormi ripascimenti. Quanti ne servono per rendere la spiaggia estesa e stabile, sia dal punto di vista del trasporto solido rispetto a mareggiate estreme sia per stabilità nel medio termine della posizione della linea di riva. Il tratto di costa, in base alle condizioni attuali, viene quindi diviso in quattro diverse zone. Si parte da sud, dal Frigido al Brugiano. Qui oggi ci sono pennelli di scogli in mare e barriere soffolte dove la spiaggia ancora ‘resiste’.
Il secondo va dal Brugiano alle colonie Motta e Don Gnocchi, con una conformazione simile di barriere. Il terzo va dalla Don Gnocchi alla Ugo Pisa e qui nonostante le barriere l’erosione è troppo avanzata così come nell’ultimo tratto dall’Ugo Pisa al Lavello dove la presenza di troppe scogliere crea anche problemi di ristagno e di alghe. Quattro ambiti che possono essere altrettanti stralci di intervento e anche se sarebbe meglio partire da sud, l’emergenza spinge a partire dal lotto più a nord.
Le ipotesi progettuali come detto sono due: una prevede di rivedere tutte le difese di costa, nei quattro ambiti di intervento, togliendo le scogliere là dove ci sono. Stop però alle ‘isole’ staccate dalla costa, chiamate anche secche sommerse, su consiglio della Regione: le isole saranno avvicinate alla riva. Ma vediamo le ipotesi di dettaglio. Dal Frigido al Brugiano si può pensare di effettuare un solo ripascimento di 100mila metri cubi e lasciare tutto inalterato. Oppure stesso ripascimento e creazione di 3 isole eliminando le scogliere.
Le medesime ipotesi valgono anche per il settore dal Brugiano alla colonia Motta, con creazione però di 5 isole invece di 3 oltre a rifioritura delle opere rigide presenti in corrispondenza della Don Gnocchi e del Brugiano, in destra idraulica. Dalla Don Gnocchi alla Ugo Pisa c’è solo una ipotesi: maxi ripascimento da 200mila metri cubi, rimozione di gran parte delle opere rigide e realizzazione di isole oltre a protezione dello sbocco a mare del fosso Ricortola. Fuori dalla progettazione le opere di protezione del porticciolo della Ugo Pisa, perché non rientrano nella tutela della costa.
L’ultimo settore a nord, come il precedente, richiederebbe un ripascimento da 200mila metri cubi di sabbia, rimozione di quasi tutte le opere rigide e creazione di isole a difesa della costa. Stavolta resta esclusa dalla progettazione la difesa del porticciolo sul Lavello. Per trasformare tutto in isole la stima del costo è di oltre 43 milioni di euro, per i soli due tratti a nord 31,97 milioni di euro. In ogni caso, comunque, si prevede un ripascimento da 600mila metri cubi di sabbia.
Francesco Scolaro