Putamorsi nel mirino dei sindaci A rischio la sua rielezione al Parco

La comunità ha approvato il bilancio, ma solo a livello tecnico. Contestate le somme per il piano integrato. Mancherebbero prospettive e strategie politiche, investimenti di programmazione e progettazione

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di Francesco Scolaro

E’ iniziato il periodo di caccia nel Parco delle Alpi Apuane ed è alla… preda più pericolosa. Nel mirino c’è il presidente Alberto Putamorsi, il cui mandato scade in autunno, a metà novembre per la precisione, e a volere la sua testa ci sono tanti sindaci che fanno parte della Comunità di Parco, ossia l’assemblea di cui fanno parte i primi cittadini con territori che ricadono anche in parte nell’area protetta. L’ultima riunione che doveva approvare o meno il bilancio del Parco non lascia spazio a dubbi sulla posta in gioco. I preparativi erano iniziati da tempo, sin da quando lo scontro sul Piano integrato del Parco aveva provocato forti mal di pancia fra gli imprenditori del lapideo e a cascata su diverse amministrazioni comunali. Nello strumento portato in Regione c’erano alcune cave da chiudere in area contigua di Parco, poche per gli ambientalisti certo, ma troppe per gli imprenditori. E i diversi pesi specifici fra acqua e marmo si son fatti sentire. Il Piano integrato del Parco è stato approvato dopo un lungo e durissimo braccio di ferro ma qualcuno non ha buttato giù la prova di forza del presidente Putamorsi. E all’atto del bilancio, con la scadenza dietro l’angolo, qualcuno ha suonato il corno da caccia. Seduta del 18 luglio infuocata alla Comunità di Parco. Presenti i rappresentanti di Camaiore, Careggine, Carrara, Casola, Massa, Minucciano, Molazzana, Seravezza, Stazzema e Vagli Sotto. Votare contro il bilancio, sotto il profilo tecnico, era quasi missione impossibile anche perché dopo anni di tagli finalmente la Regione ha aumentato il contributo per il funzionamento dell’ente di circa 230mila euro. E allora lo scontro è diventato politico quando fra le voci di bilancio sono comparse altre spese necessarie all’approvazione del Piano integrato, 50mila nel 2022 e 26mila nel 2023. Una voce che ha ‘sorpreso’ in particolare l’assessore di Seravezza, Michele Silicani, il sindaco di Minucciano, Nicola Poli, e il sindaco di Seravezza, Lorenzo Alessandrini. I chiarimenti del direttore Antonio Bartelletti sono serviti a poco. Per Alessandrini non c’è "trasparenza e propone di cancellare il capitolo di bilancio contenente le risorse che consentono la prosecuzione dell’iter del Piano" e l’intera Comunità presente ha manifestato perplessità "nel vedere ancora utilizzati denari nel Piano integrato" sostenendo che si sarebbero aspettati investimenti. Poi domande a raffica sulla mancanza di progettazione sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, sulla programmazione.

Alla fine la Comunità ha approvato il bilancio ma solo sotto il profilo tecnico, contestando le somme per il Piano integrato e dando "un parere non favorevole al bilancio, sotto un profilo strategico e ‘politico’, visti i compiti del Parco e rilevando la carenza di prospettiva e strategie, stante l’assenza di investimenti di risorse in attività di programmazione e progettazione, finalizzate all’attuazione delle funzione propositive e di promozione dell’equilibrio tra obiettivi di protezione naturalistica le attività socio-economiche".