Progetto di escavazione. L’ampliamento di Cava Rocchetta prevede assunzioni

Il piano sottoposto alla valutazione ambientale conta di estrarre 580mila metri cubi di marmo e di impiegare tre nuovi lavoratori al monte.

Progetto di escavazione. L’ampliamento di Cava Rocchetta prevede assunzioni

Il piano sottoposto alla valutazione ambientale conta di estrarre 580mila metri cubi di marmo e di impiegare tre nuovi lavoratori al monte.

C’è un nuovo progetto di escavazione per la cava Rocchetta, M42, sopra Massa, con l’obiettivo di arrivare fino al 2037 con l’attività estrattiva. Per questo il Comune di Massa ha avviato la procedura preliminare di ‘screening’ che servirà a valutare se la proposta determina potenziali impatti ambientali significativi e negativi e sia quindi da sottoporre alla Valutazione di impatto ambientale.

La verifica positiva obbliga chi propone l’opera ad adeguare il progetto alle condizioni contenute nell’esito finale del provvedimento di screening. Le prescrizioni sono anche vincolanti per le amministrazioni e gli enti che devono rilasciare autorizzazioni successive. Trattandosi di ambiente, quindi, il periodo di osservazione è aperto a tutti i portatori di interesse che possono presentare dei contributi alla procedura entro 30 giorni dall’avvio dell’iter, in questo caso entro il primo ottobre. Ma che cosa prevede il progetto, presentato dal concessionario Caldia Spa?

Il punto è che la concessione, prorogata grazie alla certificazione Emas del concessionario fino al 31 ottobre 2025 (pendente la firma della nuova convenzione con il Comune di Massa), sta di fatto per scadere e la società vuole applicare quanto previsto dai nuovi Piani attuativi dei bacini. La nuova variante vuole proseguire le lavorazioni in aree produttive di cava e completare i lavori di bonifica della porzione sommitale, lavori che si seguiranno per i prossimi dodici anni. "Ad oggi le coltivazioni si stanno svolgendo a cielo aperto sia nel cantiere alto che nel cantiere intermedio, nonché in sotterraneo nel cantiere inferiore e intermedio – sottolineano i progettisti incaricati -. Il progetto prevede di dare impulso alle lavorazioni sotterranee, adeguando ove necessario anche le lavorazioni a cielo aperto, in particolare nel cantiere più alto di bonifica anche al fine di creare idonei spazi di sviluppo futuri dato che le attuali dimensioni di tali piazzali sono troppo piccole e incompatibili con le gradonature di abbandono necessarie con la discesa dei piani di lavorazione. Nella cava sono attualmente impiegate 12 unità lavorative. Nell’ambito della esecuzione del progetto si ritiene di poter incrementare la forza lavoro di almeno 3 unità". Il piano di coltivazione presentato prevede uno sviluppo di dodici anni su cui riuscire a escavare tutti i volumi previsti dal Pabe e dagli stessi definiti ‘sostenibili’ per "consentire alla cava un più organico sviluppo dei cantieri che prevede una progressiva concentrazione in sotterraneo". Prevista inoltre la ‘bonifica’ della zona superiore che presenterebbe criticità sotto il profilo della tenuta. Quanto vale in numeri? L’escavazione prevista è di oltre 455mila metri cubi a cui aggiungere circa 22.500 metri cubi di materiali da ‘scopertura’, che servono per intercettare il materiale buono sotto, e altri 104.300 metri cubi di materiale rimosso per la messa in sicurezza. Totale 582.500 metri cubi in tutto con una produzione commerciale sulla base di una resa stimata pari al 25% per un totale di 9.500 metri cubi all’anno. L’azienda, comune, prevede anche un incremento occupazionale di almeno 3 lavoratori e un aumento della lavorazione in filiera corta di almeno il 10% rispetto al vigente regolamento. Salvo quelli che la stessa società definisce i "margini di sorpresa geologica", arrivando a definire una resa effettiva attorno al 20%.