NATALINO BENACCI
Cronaca

Pontremoli e Fivizzano diventano ospedali Covid

Asl e Regione vogliono portare i malati in Lunigiana perchè il Noa è al limite e deve proseguire l’attività normale. I sindaci protestano

(i Natalino Benacci

Il reparto di medicina dell’ospedale di Pontremoli da lunedì diventerà un’area Covid, così come la rianimazione. Un destino annunciato dalla direttrice generale Asl Toscana Nord Maria Letizia Casani, che tocca anche gli altri piccoli ospedali di Fivizzano, Barga, Volterra, Cecina e Piombino. La parola d’ordine è decongestionare le grandi strutture come il Noa, che ha fronteggiato da solo la prima ondata del virus, ma ora ha bisogno di garantire il diritto alla salute anche alle altre patologie e i servizi sono in difficoltà. "Il piano dell’azienda per questa fase della pandemia - ha detto la Casani - è lavorare su tutta la rete ospedaliera, che comprende 13 ospedali e l’azienda ospedaliero-universitaria pisana. L’obiettivo è estendere il numero dei presidi perché questa volta, su indicazioni regionali, vorremmo preservare il più possibile l’attività no-Covid". Detto fatto. Ieri pomeriggio il direttore dei presidi ospedalieri Giuliano Biselli era a Pontremoli per un sopralluogo sulle modalità di trasformazione del reparto di medicina dove ora su 26 posti letto, ci sono 12 ricoverati che saranno trasferiti. Mentre il dottor Biselli scandiva le disposizioni al personale tecnico, fuori attendevano con impazienza le sindache di Pontremoli e Filattiera Lucia Baracchini e Annalisa Folloni preoccupate della svolta che, dicono, sarebbe arrivata senza un confronto con i sindaci. "Mi hanno avvisato dall’Asl quattro giorni fa di questo progetto, avvertendomi che dovevano ancora valutarne la praticabilità - spiega Baracchini - e io ho risposto che dovevo sentire i colleghi sindaci della Lunigiana. In 7 mesi non hanno mai convocato la conferenza della sanità. Non si possono far piovere dall’alto decisioni che tutti dicono provenire dalla Regione Toscana, senza mai aver visto la struttura ospedaliera, senza sapere se il progetto è fattibile. C’è carenza di personale e si può comprendere l’urgenza ma il metodo non è condivisibile". La Folloni intanto annunciava che i sindaci lunigianesi stavano preparando un documento per dare un giudizio negativo sulla mancanza di informazioni ai primi cittadini. " Ma ciò che è più grave - prosegue la sindaca di Pontremoli - è che il Biselli ha rifiutato di farci partecipare al sopralluogo. Visto che i sindaci sono l’autorità sanitaria locale, la sicumera del direttore è inaccettabile". La riorganizzazione per allestire reparti Covid negli ospedali lunigianesi ha mobilitato anche il capogruppo pontremolese Jacopo Ferri. "Sembrava potesse esserci un serio confronto tra Azienda e sindaci su questo delicato tema - ha affermato l’esponente del centro destra - invece le direttive regionali e i dirigenti Usl hanno forzato la mano senza ascoltare le perplessità degli amministratori e infischiandosene dei problemi tecnici che rendono l’operazione ad alto rischio sia per i malati Covid che saranno ricoverati, sia per le migliaia di persone che dovranno fruire degli altri servizi ospedalieri. Chi ha cannibalizzato per anni i nostri ospedali depauperandoli ed evitando di garantire i necessari investimenti, oggi vorrebbero raccontarci che le soluzioni che propongono sono quelle più adatte alla situazione e allo stato degli immobili. Non è vero".