REDAZIONE MASSA CARRARA

Pincio Massese I busti di Ascoli e Lombardo

La proposta di Frediani diventa realtà: gli studenti del Palma realizzeranno le prime due statue da posizionare al monte di Pasta

Il piccolo Pincio massese sarà presto realtà. La proposta di Franco Frediani di posizionare sul Monte di Pasta una serie di busti raffiguranti illustri cittadini massesi, ha incontrato il favore e il supporto della amministrazione comunale. La realizzazione dei primi busti, che avranno cadenza annuale, è già iniziata grazie alla fattiva collaborazione del Liceo Artistico Felice Palma. Forma e dimensioni, le medesime per tutti i busti attuali e futuri, sono state rigorosamente riprese da quelle adottate dalla amministrazione capitolina per abbellire il Pincio. Gli studenti delle classi IV e V, sotto la direzione degli insegnanti Paolo Della Pina e Patrizia Mannini, stanno modellando in creta, per poi essere tradotti in marmo, i primi due busti, quelli di due cittadini che tanto hanno dato alla città di Massa: Gioacchino Ascoli e Ernesto Lombardo.

Il posizionamento dei busti, collocati su idonei piedistalli, è previsto per il prossimo 2024, al termine dell’anno scolastico, e sarà occasione e segnale di rinascita di un parco, polmone verde di Massa, che la gestione Uisp Grande Età, presieduta da Paolo Casotti, sta da alcuni anni risistemando e rivalutando anche grazie alla collaborazione del Carcere di Massa che consente ad alcuni detenuti di svolgere lavori esterni. Le studentesse Valentina Galeotti e Eva Baldassini della classe Va, intente alla rifinitura del busto di Gioacchino Ascoli.

Ascoli nasce a Massa nel marzo del 1824 figlio di Ester Monselles e di Moisè, una i famiglia israelita, di origini modenesi, arricchitasi col commercio dei tessuti (in via Etrusca, attuale Alberica, possedevano una filatura di cotone) e poi nel settore del lapideo con cave e laboratori. Giovanni Sforza, direttore dell’Archivio di Stato di Massa, li annovera tra i maggiori benefattori della città tanto da ascrivere il loro nome “in lettere d’oro” e tale lo sarà anche Gioacchino. Al termine degli studi scolastici, si laureò in lettere, ma persistenti crisi depressive lo costrinsero a trasferirsi a Milano per essere seguito nelle cure dal prof. Verga tanto da guarirne seppur dopo diversi anni. Il riacutizzarsi della malattia lo portò al suicidio compiuto a Massa, nella villa di Castagnetola, all’epoca residenza dei Carmi, famiglia di ebrei industriali nel lapideo.

Lombardo, nasce a Campomorone (Genova) il 10 febbraio 1854 da Luigi e Teresa Grondona. Orfano di padre a soli 12 anni, inizia a lavorare come semplice operaio in un cotonificio locale. Dotato di ingegno e intraprendenza, da semplice garzone arriva ad essere caposala. Ventenne va a nozze con Maria Teresa Chiola e si trasferisce a Genova dove inizia una brillante carriera che lo porta ad essere dirigente d’azienda in varie società tessili. A Massa, giunse agli inizi del 1889 a curare la costruzione dello stabilimento della Filanda di Forno, il Cotonificio Italiano, di cui diverrà direttore, e a Massa parteciperà attivamente alla vita politico amministrativa quale consigliere comunale, carica che manterrà almeno sino al 1903. Fu tra i fondatori dell’Università Cattolica di Milano, a Massa finanziò il sanatorio dell’Ospedale santiGiacomo e Cristoforo, la scuola San Filippo Neri dei Fratelli Cristiani, il Seminario Vescovile, l’Istituto Battolla, la Casa del Clero e l’Istituto del Sacro Cuore di Marina di Massa. Lombardo muore a Gaione in provincia di Parma il 1 agosto 1935.