
Piante e serre del futuro La ricetta del florovivaismo "Vivo tra i fiori da oltre 40 anni"
Il futuro della Lunigiana? Potrebbe essere nel floro-vivaismo. Non sono molte sul territorio le imprese di questo genere, che però danno soddisfazione. Lo sa bene Pier Giorgio Iakcin, che ha fatto della sua passione un lavoro da oltre 40 anni.
Lo trovi a Filattiera, immerso nel verde delle sue serre, a sistemare le piantine che segue con estrema cura. "Ora stiamo coltivando i crisantemi - racconta mentre mostra le piante ancora verdi - che inizieranno a fiorire l’ultima settimana di ottobre. E’ una coltura un po’ particolare, si tratta di piante a fotoperiodismo negativo, per sbocciare hanno bisogno di giornate corte e poco illuminate. Quindi per ottenere una fioritura regolare serve creare un accorciamento artificiale della luce del giorno. Copriamo le piante con un telo nero, così si riducono le ore di luce, proprio nel momento in cui si stanno formando i bottoni fiorali. E’ una procedura che serve per indurli a sbocciare. Ne coltiviamo moltissimi, piantiamo le talee e poi li coltiviamo fino alla vendita. E poi abbiamo gerani, primule, viole, ciclamini, rose, che quest’anno hanno sofferto molto il caldo". Pier Giorgio, a Filattiera, ha un grande terreno in cui coltiva le sue piante. "Ho circa cinquemila metri di spazio - dice - con serre e senza serre. Di solito vendiamo ai privati che vengono direttamente qui. Mi piacciono molto anche le piante grasse e tra le altre coltivo piante olandesi tipiche di quel territorio. E ancora un vivaio con siepi e cespugli. Da ragazzo ho studiato un po’, ma non era molto portato e allora mi sono dedicato ai fiori, che mi sono sempre piaciuti. Mia moglie mi aiuta, anche lei è appassionata, ho aperto la mia azienda agricola più di 40 anni fa". Pier Giorgio è affiliato alla Cia agricoltori italiani. "E’ fondamentale per noi promuovere un’azienda storica come questa, che lavora per il territorio e promuove il territorio - commenta Luca Simoncini, presidente Cia Toscana nord -. In Lunigiana contiamo poche imprese che si dedicano al florovivaismo e purtroppo non c’è ricambio generazionale. Potrebbe essere fonte di reddito per la Lunigiana".
Monica Leoncini