REDAZIONE MASSA CARRARA

Pestaggi nelle caserme Accuse choc al processo

Alla sbarra 27 carabinieri a cui si contestano ben 180 capi di imputazione

Troppe persone nell’aula giudiziaria, di fortuna, ricavata a palazzo Ducale per il maxi processo che vede alla sbarra 27 carabinieri che erano in servizio nelle caserme della Lunigiana, principalmente ad Aulla e Albiano Magra) e accusati di pestaggi e abusi nei confronti di cittadini extracomunitari fermati durante i controlli. Tra giudici, imputati, testimoni e avvocati, ieri mattina alle 9 si contavano 54 persone con la capienza dell’aula fissata a 42: fuoco e fiamme da parte dei legali che hanno contestato l’irregolarità e il collegio del tribunale (presidente Antonella Basiloni, a latere Marta Baldasseroni e Guido Berrino) che ha sospeso l’udienza per un sopralluogo da parte del responsabile sicurezza di palazzo Ducali affinché estendesse la capienza dell’aula. Dopo una serie accorgimenti, per rispettare le norme anti Covid, nel primo poeriggio è partita finalmente l’audizione del testimone dell’accusa, il sottufficiale dei carabinieri Moreno Lalli, in servizio alla sezione di polizia giudiziaria della procura che ha ripercorso le tappe della delicata vicenda. Ben 180 i capi di imputazione addossati a vario titoloo, ai carabinieri finiti nella inchiesta choc e vale a dire Alessandro Fiorentino, Amos Benedetti, Luigi Stasio, Giovanni Farina, Flavio Tursi, Ian Nobile, Luca Granata, Matteo Sais, Andrea Tellini, Marco Manetta, Emiliano Crielesi, Omar Lomonaco, Gianluca Varone, Daniele Bacchieri, Simone Del Polito, Salvatore Leoni, Massilimiliano Dadà, Giovanni Cocco, Francesco Rosignoli, Giuseppe Ernesto, Massimiliano Caporale, Massimo Del Vecchio, Paolo Bucci, Francesco D’Amato, Mauro De Pastena, Diego Gradellini e Domenico Di Fazio. Nelle carte della procura si parla di atti intimidatori e vessatori, soprattutto nei confronti di cittadini extracomunitari. Alcuni militari avrebbero usato frasi del tipo: “Se parli ti stacco la testa”, “Ti spezzo le gambe”. Si evidenziano inoltre lesioni personali e contusioni multiple per aver sbattuto la testa di un extracomunitario contro il citofono della caserma; colpi di manganello sulle mani appoggiate alle portiere delle auto durante i controlli; scariche elettriche prodotte da due storditori per costringere uno spacciatore (sempre straniero) a rivelare dove tenesse la droga. Contravvenzioni immotivate. E poi c’è la descrizione di sevizie contro un giovane marocchino in caserma "costretto a subire atti sessuali senza ragione alcuna se non razziale", si legge nelle carte della Procura. Gli episodi nell’ambito dell’inchiesta partita a febbraio 2017 e culminata quattro mesi dopo con l’arresto di quattro carabinieri, solo uno (Fiorentino) finì in carcere, altri tre ai domiciliari (Varone, Nobile e Granata); per altri otto scattarono diverse misure cautelari, tra cui il divieto di dimora e la sospensione dai pubblici uffici. Tutti i carabinieri sono ora in stato di libertà. Prossima udienza il 29 gennaio.

Guido Baccicalupi