
Palloncini e bambole L’atroce viaggio finisce in un gioco per i piccoli profughi
Le bolle di sapone che incantano un bambino, un guanto chirurgico azzurro trasformato in palloncino, in una bambola di pezza la felicità. L’innocenza dei tre bambini scesi ieri mattina dalla Life Support di Emergency ha commosso il personale di accoglienza di Carrarafiere. I piccoli, due maschietti e una femminuccia, ieri hanno vinto il loro ‘carrarmato’, proprio come nel film “La vita è bella” di Roberto Benigni. La loro ingenuità forse li ha un po’ protetti dall’angoscia di quel viaggio in mare finito nel porto sicuro di Marina di Carrara, e le operazioni di accoglienza per loro si sono trasformate in un gioco. Tre bambini fortunati arrivati a destinazione con almeno un genitore, ma con loro ci sono anche ragazzini tra i 15 e i 17 anni che invece hanno dovuto affrontare da soli quell’odissea nel Mediterraneo. Sono sbarcati senza un genitore o un amico con cui scambiare due parole nella loro lingua. Magari hanno perso il genitore nel viaggio.
I 33 ragazzini che li hanno preceduti, sbarcati dalla Ocean Viking il 30 gennaio insieme ad altri 62profughi, hanno già lasciato la struttura di Marina di Massa gestita da Umberto Giorgi della Compass, e adesso sperano di costruirsi una nuova vita nei centri di accoglienza dove sono stati assegnati. Due dei minori arrivati ieri invece hanno trovato ospitalità a Piombino, mentre una ragazza andrà dalle suore del Cappelletto di Carrara. Anche stavolta la macchina dell’accoglienza ha funzionato alla perfezione. Nel padiglione E di Carrarafiere aspettavano i migranti i medici della Asl, ginecologi, pediatri del Meyer inviati dalla Regione, personale dell’anti tratta, forze dell’ordine per controlli e identificazioni. Poi volontari della protezione civile e sedici mediatori culturali di El Kandil e Casa Betania, che hanno cercato di rassicurare persone sbarcate a mille miglia da casa, in una terra ospitale ma pur sempre sconosciuta. I 55 migranti della Support Life dopo i controlli sono ripartiti alla volta dei centri di accoglienza di destinazione, e grazie a due distinte donazioni private hanno ricevuto una busta con acqua, latte, succhi di frutta e cracker, un piccolo dono per farli sentire i benvenuti.
Alessandra Poggi