
di Natalino Benacci
Dopo la disfatta dell’anno scorso per gli olivicoltori lunigianesi si annunciano tempi più generosi. La stagione delle olive, che è ormai alle porte, sarà diversa, anche se non super come nel 2018. I produttori sono cautamente ottimisti, ma per scaramanzia non vogliono pronunciare verdetti anzitempo. Negli occhi hanno ancora la stagione 2019, quando non si è verificata la fruttificazione per ragioni legate al meteo. Nel territorio pontremolese Orazio Benelli è uno degli olivicoltori storici nel suo podere di Oppilo, appartenuto al poeta e matematico Luigi Poletti, acquistato nel 1898 da nonno Micheletto. Benelli è stato nominato lo scorso anno Accademico dei Georgofili, la più antica istituzione al mondo ad occuparsi di agricoltura, ambiente e alimenti. E di agricoltura è un grande esperto. Negli anni ha recuperato antichi casolari di pietra, rinnovato vigneti e oliveti. La sua produzione vinicola si fregia dell’Igt e l’olio è ricercato dalle massaie. Agli ospiti propone solo degustazioni di antichi piatti locali. " Sono assaggi di cibi antichi attraverso i quali mi piace far capire la storia di questo territorio", avverte. Benelli è cultore di uvaggi e curatore di un oliveto da 1.200 piante. Quali sono le prospettive dopo il crollo del 2019? "Buone - dice il produttore - la quantità e qualità dei frutti è soddisfacente. In collina non abbiamo avuto segni di presenza della mosca olearia, tranne qualche larva sulla specie "leccino". Noi inviamo al laboratorio campioni di olive per tenere monitorata la situazione. Speriamo di fare la raccolta prevista per fine ottobre senza problemi". Il vice direttore della CIA Toscana Nord Maurizio Veroni conferma le attese. "Di olive ce ne sono e si annuncia un’annata discreta, se non buona - avverte -. la presenza della mosca olearia è molto bassa. Stiamo attendendo i dati dei laboratori per decidere se avviare trattamenti o no. Solo sulla qualità "leccino" c’è qualche avvisaglia, ma pochi casi". Sono un cinquantina gli olivicoltori soci CIA in provincia e tutti sperano in un raccolto positivo vista la maturazione dei frutti per recuperare il danno notevole dello scorso anno. Fausto Gussoni ha un oliveto di tre ettari a 450 metri sul livello del mare a Macerie di Filattiera e produce in media 100 quintali di olive. Ha da poco insediato una nuova piantagione di olive della specie "maurino" "Quest’anno promette abbastanza bene - spiega - . La mosca olearia non s’è vista e speriamo sia così sino alla raccolta. Pensare al risultato del 2018 è impossibile: quella è stata una stagione come ogni 100 anni. La mia è una produzione biologica e non faccio trattamenti. Quando raccolgo frango subito perché ho il mulino. Quest’anno la bacchiatura è prevista dai primi di novembre".