"Noi, una storia di tre generazioni di agricoltori"

Viaggio nell’azienda ’La Pergola’. Il titolare: "La qualità e il benessere degli animali sono sempre al centro"

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"La nostra azienda agricola, la Pergola, ha preso corpo nel 1965 con l’acquisto di un vecchio podere con fabbricati fatiscenti nella Piana di Moncigoli da parte dei miei nonni - racconta Paolo Rossi, il titolare - Mio nonno Armando era emigrato per molti anni in Belgio, impegnato in una miniera di carbone. Nel frattempo mia nonna Maria Tonelli conduceva a mezzadria i terreni della parrocchia di Spicciano: una vita altrettanto dura, specie per una donna con 3 figli maschi che aveva fatto studiare tutti. La decisione di mio padre Virginio di portare avanti l’attività agricola ha impresso una svolta importante all’azienda - spiega Paolo - razionalizzando sistemi di produzione e accorpando altri appezzamenti limitrofi".

Cosa producete? "Fondamentalmente vino e formaggi - dice Rossi che fa anche parte del cda della Coldiretti provinciale - Quest’ultimi prodotti con il latte delle nostre 15 mucche, quasi tutte pezzate rosse e brune, trasformato nel caseificio aziendale". Riscontrate difficoltà nel vendere i vostri prodotti? "No, i vini rossi sono fatti con merlot, ciliegiolo e cabernet, mentre i bianchi con vermentino, trebbiano e malvasia; non vinifico in purezza,ma con la mescolanze delle uve, come da tradizione - dice l’agricoltore - Produco in media 150 quintali di vino che vendo tutto sfuso direttamente qui in azienda, in 5 mesi. Per quanto riguarda i formaggi, facciamo ricotta e le classiche caciotte come un tempo, che vendiamo direttamente nello spaccio aziendale, lavorando latte crudo delle nostre bovine. Vengono molti turisti stranieri, specie tedeschi". Quale futuro vede per l’agricoltura in Lunigiana e quali consigli darebbe ad un giovane che volesse intraprendere una attività nel settore? "La Lunigiana, è una realtà geografica e climatica molto particolare: ci si potrebbe sbizzarrire - dce Rossi - in realtà i problemi sono molti, iniziando dalla “polverizzazione“ delle proprietà, un’infinità di appezzamenti che impediscono di accorpare i terreni che servono attorno all’abitazione dell’agricoltore, che rappresenta il cuore dell’azienda. Quando si ha una azienda a conduzione familiare, bisogna pensare alla qualità e non a quantitativi industriali. E’ fondamentale ad esempio il benessere animale. I miei terreni attorno la stalla, a prato polifita ed erba medica, mi garantiscono il foraggio in autonomia per il loro mantenimento. In questo momento, sto pensando a investire in campo vitivinicolo in quanto è aumentata la richiesta di vino. Chi pensa di fare fortuna in poco tempo in una ‘attività agricola, partendo da zero, deve sapere che servono terra, capitali, macchinari, bestiame. E bisogna sentirsi trasportati a fare questa professione. Ho due figli piccoli: non li obbligherò a scegliere la strada percorsa da me, saranno loro a decidere".

Roberto Oligeri