FRANCESCO MARINELLO
Cronaca

Musica ‘Marmo bianco’ nelle note di Martinelli

Concerto gratuito dell’artista avenzino sabato prossimo nel Ridotto del teatro degli Animosi. "Atto d’amore dedicato a mio padre"

Musica ‘Marmo bianco’ nelle note di Martinelli

E’ un “avenzino doc” Roberto Martinelli, è un musicista, compositore, arrangiatore, strumentista e didatta. Si esibirà nello spettacolo “Marmo bianco“ in programma sabato 18 maggio alle 21 al Ridotto degli Animosi. "È un atto d’amore dedicato a mio padre e alla gente apuana. Il concerto sarà totalmente acustico, per un momento di verità: oggi viviamo troppo attraverso filtri e amplificazioni, bisogna invece avere la capacità di rimanere in silenzio, umili e ascoltare", ha spiegato l’artista. Grazie all’esempio di Fausto Papetti, i suoi genitori lo mandano a studiare sax con Guido Alibani, stimato didatta avenzino che aveva lavorato all’Eiar, grazie al quale si approccia ad ogni genere musicale. A 12 anni inizia a suonare in locali, sagre e feste da ballo con il gruppo di liscio “I Primavera“. Si diploma alla scuola serale nel 2002. Nel frattempo si dedica alla musica, diplomandosi in composizione e in musica corale e direzione di coro al conservatorio Cherubini di Firenze, e in clarinetto al Bonporti di Trento. Completa la formazione studiando sassofono al Berklee College of Music di Boston. Si occupa di musica classica e popolare, house, jazz e pop. Collabora con Enrico Rava, Michel Godard, i Pooh, Gianni Morandi, Gino Paoli in studio, televisione e live. Tiene masterclass e seminari e insegna al conservatorio Cherubini di La Spezia e al Venezze di Rovigo.

Partiamo dai ’Primavera’: quanto è stata importante questa esperienza?

"Fondamentale. Da ragazzino studiavo ad Avenza col maestro Guido Alibani, detto “il maè“, che ha insegnato a tutti quelli della mia generazione qualsiasi strumento, in un’epoca in cui non c’erano le scuole come oggi. Col maè ho studiato di tutto, dalla musica classica a quella popolare italiana e napoletana, passando per la tradizione jazzistica e il liscio. Poco tempo fa è venuto a mancare Vincenzo Volpi, fisarmonicista dei Primavera, anche lui allievo del maè, colgo qui l’occasione per ricordarlo nel segno dell’amicizia".

Cos’era per lei la musica da ragazzo e cos’è oggi?

"La mia vera passione era l’arte figurativa, sono cresciuto insieme allo scultore Fabrizio Lorenzani, scomparso qualche anno fa, a cui penso ogni giorno con grande affetto. Ho iniziato a studiare musica quasi per caso, non mi sono mai identificato in nessun genere, per questo sono diventato compositore. Ho sempre ricercato un linguaggio univoco, che parlasse al cuore e non a un settore. Mi ritrovo molto nella teoria di “musica humana“ del filosofo medievale Severino Boezio".

Una carriera piena di successi: qual è stato il suo traguardo più importante?

"Quando ho suonato “Estate“ con Bruno Martino in un night club. Inoltre recentemente l’orchestra sinfonica di Sanremo ha eseguito una mia composizione all’Ariston in un programma con Rachmaninov e Dvorak. Tuttavia penso che nell’arte la cosa più importante sia partecipare, non importa se in un grande teatro o in una bettola".

Cosa significa per lei “Marmo bianco“?

"Ho un rapporto viscerale col marmo: da ragazzino amavo la scultura, ricordo che ad Avenza c’era marmo dappertutto, mio padre Bruno lavorava in questo settore, così come mio nonno. Ho voluto fare un tributo alle storie vere di uomini e donne che andavano a lavorare negli anni ‘50, condividendo un senso di appartenenza. Ringrazio la librettista Egizia Malatesta che ha saputo scrivere uno spaccato di vita vera ed emozionale e il coro Montesagro diretto dal maestro Alessandro Buggiani".

Quali altre musiche ci sono nel prossimo futuro?

"Un progetto sperimentale di musica spagnola antica sulla storia di santa Teresa d’Avila in uscita entro l’anno. Un concerto a giugno con l’orchestra del conservatorio di Rovigo “Musica Humana Ensemble“ con musiche scritte dai miei allievi di composizione: ci saranno ospiti internazionali come Michel Godard".

Un consiglio per i giovani?

"Citando Puccini: “vissi d’arte e vissi d’amore“. Fare quindi le cose col fuoco sacro nell’anima ed entrare in contatto con se stessi. Oggi la vera trasgressione è essere profondi".