Musetti, un talento in vetrina "Aveva bisogno di partite positive"

La gioia di papà e mamma del tennista per il successo e il passaggio ai quarti. "E Tartarini non si tocca"

Musetti, un talento in vetrina  "Aveva bisogno di partite positive"

Musetti, un talento in vetrina "Aveva bisogno di partite positive"

di Maurizio Munda

L’abbraccio finale è più del solito saluto di rito, fuori dal campo sono amici e più volte si sono allenati insieme. Poi la testa tra le braccia come a voler dire "ma che cosa ho combinato?". E in effetti questa volta Lorenzo Musetti l’ha combinata grossa (non accadeva ormai da tempo) ed è tornato ad essere quel "terribile ragazzo di Carrara", non costante, ma che non disdegna di fare lo sgambetto ai grandi del tennis mondiale, lui che comunque è già entrato nei top 20 e, pur ventenne, non è lontano dall’Olimpo. Anche se a Jannik Sinner nel derby italiano di Montecarlo ha appannato i sogni di gloria. Sinner ha battuto Lorenzo Musetti con un doppio 6-2 in un match senza storia chiuso in 1h15’

Tuttavia la vittoria negli ottavi del Masters 1000 di Montecarlo su Novak Djokovic (ci era andato vicino negli ottavi del Roland Garros del 2021, quando stava vincendo 2-0 e poi perse 2-3), il serbo numero uno del ranking internazionale, in rimonta con un 4-6, 7-5, 6-4, ha sorpreso tanti (Musetti viene da un inizio di stagione da dimenticare) ma non chi lo conosce bene e i suoi tanti tifosi che ha in città. Come ormai da tradizione, papà Francesco e mamma Sabrina mantengono un profilo basso, non amano i riflettori e le luci della ribalta, tengono i piedi per terra. "per Lorenzo non era importante vincere o perdere, ma aveva solo bisogno di partite positive anche nel gioco – raccontano i genitori che ieri mattina sono andati a lavorare come se niente fosse –. In fin dei conti si tratta soltanto diaver vinto soltanto una partita.

Contro Djokovic ci aveva già perso tre incontri, ma questa volta non gli ha concesso nulla e alla fine si è tolto qualche sassolino dalle scarpe" – continua mamma Sabrina riferendosi al super coach che Lorenzo ha scritto sulla telecamera a fine incontro in risposta alle critiche piovute su Simone Tartarini nelle settimane scorse. "Lorenzo non aveva neppure nove anni quando Simone lo ha preso, lo segue da undici anni, era solo un bambino, con lui è cresciuto, adesso si confrontano e Lorenzo ha potere decisionale, ma Simone ci ha investito tanto e ci sarà sempre, sarà sempre parte di Lorenzo, con Lorenzo e per Lorenzo" continuano i genitori con fermezza, rispondendo alle tante critiche piovute addosso al figlio dopo gli insuccessi di inizio anno – non può piacere a tutti, vanno bene le critiche, si fa gli anticorpi, ma certi discorsi sono più da bar che da professionisti. Non ci interessano né le classifiche né il denaro, ma è importante che Lorenzo abbia nuovamente trovato fiducia in sè". Al di là del ranking, dei tornei già vinti e della qualificazioni ottenute, Lorenzo Musetti ha sicuramente messo a segno la vittoria più importante della sua ancora giovane carriera, si è qualificato ai quarti di finale di un torneo molto importante, ha sconfitto il numero uno dopo quasi tre ore di gioco, e neppure l’interruzione per pioggia di oltre un’ora e i capricci di un Djokovic troppo nervoso (a farne le spese è stata una racchetta a bordo campo) che battibecca troppo con l’arbitro, hanno fermato. E dopo Volandri, Cecchinato e Sonego, adesso Musetti è il quarto italiano a battere il serbo, nono di sempre a farlo contro il numero uno del mondo.

Nonna Maria, nel cui garage tutto è cominciato oltre 15 anni fa, aveva seguito il nipote a Montecarlo nella partita di doppio e nella prima partita del tabellone del singolare, mentre giovedì pomeriggio ha visto il match da casa: "è andata bene, veniva da un periodo di tensione e adesso è più tranquillo, ho sofferto ma sono contenta soprattutto per Lorenzo".