Corsa contro il tempo per salvare i bambini. "Dodici ore in sala operatoria in Iraq"

La missione 'quasi' impossibile riuscita al medico dell’Opa Stefano Antonelli. Con lui anche due infermiere dell’ospedale del cuore

Il medico Stefano Antonelli e le infermiere Giada Boggi e Silvia Benedetti, in Iraq

Il medico Stefano Antonelli e le infermiere Giada Boggi e Silvia Benedetti, in Iraq

Massa, 5 settembre 2021 - Cinque giorni per una missione impossibile. Quasi senza respiro, con poche ore di sonno e ancora meno di riposo, fino a 12 ore in sala operatoria per riportare il sorriso sul volto di 98 bambini. Una vera impresa quella compiuta dall’equipe speciale di medici e infermieri volontari di cui faceva parte il medico cardio-anestesista animatore dell’ospedale del cuore di Massa, Stefano Antonelli. Da 2 anni e mezzo lavora all’Opa, parte dell’unità operativa e rianimazione diretta dal dottor Paolo Del Sarto, ma si occupa da sempre di cooperazione internazionale.

Una missione che va oltre l’impegno del lavoro, che risponde al cuore e alla coscienza di chi questo mestiere lo fa con grande passione. Per aiutare i più deboli. È quello che Antonelli fa da anni in giro per il mondo e che ha fatto anche dal 15 al 22 luglio all’Habbobi Teaching hospital di Nassiriya, in Iraq, in missione come volontario con l’associazione Emergenza Sorrisi, di cui fa parte da molto tempo. L’Afghanistan non è dietro l’angolo ma la tensione di quei giorni, subito dopo l’annuncio del ritiro delle truppe da parte di Biden, ha scosso tutto il Medio Oriente. "Proprio pochi giorni prima c’era stato un attentato in una base americana al confine – racconta Antonelli –. Si è sentita un po’ di più la tensione quando nei rarissimi momenti di stacco, dopo 12 o 13 ore di sala operatoria, magari chiedevamo di fare due passi in città e avevamo una scorta di polizia armata. Ci sono stati degli attentati pochi giorni prima il nostro arrivo e un ospedale vicino era andato a fuoco. Anche nella nostra struttura c’era stato un principio di incendio con evacuazione di tutto il personale e si temeva un at tentato terroristico".

Ma i rapporti con la popolazione sono sempre di grande affetto, come ricorda il medico apuano. "In Iraq l’associazione Emergenza Sorrisi viene da oltre dieci anni, come in Afghanistan. Ci occupiamo di chirurgia pediatrica nei bambini, per curare malformazioni o ustioni invalidanti, per esempio, con pazienti che arrivano da ogni città dell’Iraq. L’accoglienza è sempre strabiliante e ci trattano come vecchi amici. L’associazione si occupa anche di fare formazione dei medici locali". 

Ma in che condizioni lavorate all’interno dell’ospedale? "L’attrezzatura non è di primo livello ma si vedono miglioramenti, acquistano macchinari nuovi, sufficienti per garantire i nostri interventi in massima sicurezza".

Avete dovuto operare anche in piena pandemia. "Nelle precedenti missioni in una giornata si visitavano dai 300 ai 400 bambini. Stavolta abbiamo dovuto scaglionare le visite ma siamo riusciti a fare lo screen di 150 bambini e operarne 98. Lavorando su due soli letti operatori a catena continua, un’equipe di 21 elementi fra chirurgi plastici, maxillo-facciali, anestesisti, tecnici di anestesia, infermieri di sala operatoria, post chirurgico e accoglienza in sala". 

Ne facevano parte anche due infermiere dell’Opa, Giada Boggi infermiera terapia intensiva cardiochirurgica adulti, e Silvia Benedetti tecnico di anestesia in sala operatoria. Antonelli è pronto a partire per nuove missioni umanitarie ma per quel che riesce a fare nel mondo ringrazia prima di tutto i suoi colleghi: "Il primo atto di solidarietà lo fanno loro, che coprono i turni quando non ci sono". Bisogna anche ricordare l’altra grande passione di Antonelli, la musica, che durante il lockdown lo aveva portato a rielaborare una sua vecchia canzone diventata l’inno della speranza ‘Io Rinascerò’, cantata nella nuova versione con Sara Grimaldi, notissima vocalist di Zucchero. "Un tempo suonavo per pagare gli studi di medicina, ora suono quando ho tempo per beneficenza".