L’appello di un trapiantato ai donatori "La carenza di sangue può uccidere"

Domenico Ceccotti rilancia l’Sos dell’Opa: "Con l’intervento sono rinato"

Migration

di Andrea Luparia

"Sono nato due volte. La seconda il 30 luglio 2001, quando mi hanno trapiantato il fegato. Ora ho anche tre bypass ma è grazie a quel trapianto se ho visto crescere i miei figli. I due grandi ora sono sposati, il piccolo, che allora aveva 12 mesi, ha 21 anni. Di questo ringrazio in primis il donatore e la sua famiglia. Poi i medici. E da cattolico ho capito che se ricevo devo dare. Per questo sono vicepresidente dell’associazione trapiantati: aiutiamo chi va a Cisanello per essere operato. Sappiamo cosa vuol dire attendere". A parlare è Domenico Ceccotti, massese, ex vigile urbano ora in pensione. Ha fatto anche l’assessore ma non è di politica che vuol parlare. Ha letto l’appello dell’Opa a donare il sangue, perchè altrimenti non si possono fare interventi al cuore. E ha alzato la cornetta e chiamato il cronista. "Sono andato all’Opa per il cuore e ci sono tornato adesso: un bypass non funzionava. Ero a Cisanello per il trapianto. A Massa e a Pisa ci sono medici eccezionali. Ma oltre alla bravura serve anche tempo. Se manca il sangue si ferma tutto. E’ estate, uno legge l’sos e pensa “donerò quando torno dalle ferie“. Non è detto che chi è in lista d’attesa possa vivere tutti quei giorni senza trapianto". L’associazione ha 300 iscritti. Tutti, o quasi, trapiantati: gli apuani sono una ventina. In 20 anni hanno comprato a Cisanello un bilocale che danno gratis a chi deve operarsi. "Chi è in attesa viene qui sempre accompagnato – racconta Ceccotti - . Dal consorte o dal figlio. Gli diamo l’appartamento. Poi se vuol lasciare qualche offerta, bene. La casa ci costa annualmente 2mila euro, ma è uno sforzo che facciamo volentieri. Quando ricevi devi dare".