Pronto soccorso al limite: “Stop alle soluzioni solo su carta”

Salva dori (Uil) critica il protocollo regionale per alleggerire le strutture: "Mondo ideale ma manca il personale"

Pronto soccorso (foto repertorio Ansa)

Pronto soccorso (foto repertorio Ansa)

Massa Carrara, 5 gennaio 2024 – La Regione Toscana ha varato in queste ore un altro protocollo per alleggerire i pronto soccorso affollati ma il documento trova subito l’opposizione dei sindacati: "Basta! abbiamo bisogno di personale non di carta", sottolinea il segretario Uil Fpl Massa Carrara Claudio Salvadori, contro la circolare Gelli della Regione: "Parlano di task force 7 giorni su 7 quando non abbiamo personale per coprire i turni. Il piano della Regione per ridurre le liste di attesa e il sovraffollamento nei pronto soccorso è geniale. Telemedicina, agenzie di continuità ospedale territorio, equipe di presa in carico dei pazienti, task force operative 7 giorni su 7. Non manca nulla. La soluzione perfetta in un mondo ideale. C’è solo un piccolo problema: senza un enorme piano assunzioni non abbiamo tecnici sanitari, Oss, infermieri e medici a coprire neppure i turni ordinari. La Regione deve capire che non mancano fantastici protocolli da attuare ma manca personale, quello che è necessario a mandare avanti la sanità territoriale".

Con una punta di piccata ironia, non le manda a dire il segretario della Uil Fpl Massa Carrara, Claudio Salvadori, che critica quando disposto dalla Regione Toscana nella circolare firmata dal direttore Federico Gelli dedicata all’applicazione della delibera di giunta per le azioni sul territorio volte a ridurre la pressione sul Pronto soccorso: "Sulla carta – prosegue Salvadori – vengono garantite soluzioni su tutti i livelli. Attivazione delle equipe medico-infermiere sul territorio per le dimissioni precoci, 7 giorni su 7 sulle 12 ore, in particolare attivazione ADI, cure palliative, nutrizione, per pazienti con particolari bisogni e necessità ma che possono essere comunque gestiti presso il proprio domicilio. Attivazione delle Agenzie Continuità Ospedale Territorio 7 giorni su 7, con presa in carico dei casi entro massimo 2 ore in uscita dal pronto soccorso. Creazione in ogni azienda di una task force per le dimissioni sia dai reparti ospedalieri sia dalle cure intermedie, sempre operative. Poi comunità assistenziali, consulenze telefoniche, telemedicina. Attivazione del flussista che si interfaccia, insieme al bed manager, con ACOT per facilitare la dimissione a domicilio o in cure intermedie, hospice o altra struttura. Prevedere la possibilità di un contatto diretto con il medico di medicina generale o il medico della continuità assistenziale per la dimissione precoce dal Pronto soccorso 7 giorni su 7".

Insomma non mancherebbe nulla. "Ma il problema è che ancora una volta a Firenze fanno i conti senza l’oste eppure dovrebbero ben conoscere lo stato della sanità regionale e dei suoi bilanci – evidenzia ancora Salvadori – Le aziende sanitarie sono ancora in attesa delle linee di indirizzo per scrivere il bilancio preventivo del 2024. Gli organici sono ridotti all’osso, in tutti i reparti, e ora sotto le feste e con le malattie stagionali è impossibile riuscire a coprire i turni normali senza ricorrere agli straordinari, facendo saltare ferie e riposi. In un settore delicatissimo come cure palliative, dedicato ai pazienti fragili e in stato critico, in questi giorni abbiamo avuto un solo medico a disposizione su tutta la costa. Vogliamo parlare della Guardia medica? Una soltanto attiva su tutta la zona distretto che deve far fronte a migliaia di richieste. E vogliamo coinvolgere i medici di famiglia a cui abbiamo già aumentato il carico di pazienti? Sono soluzioni belle solo sulla carta ma che non funzionano in queste condizioni: servono assunzioni, un maxi piano di finanziamento per la sanità pubblica territoriale per poter davvero ridurre il carico di lavoro, liste d’attesa e la pressione sui pronto soccorso".