Massa invecchia e diventa sempre più povera

Come residenti la città capoluogo è scesa sotto quota 66.300. In busta paga ci sono 300 euro in meno delle vicine Spezia e Pisa

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Una provincia che regredisce e invecchia, che perde potere d’acquisto e di conseguenza arretra sul fronte commerciale soprattutto nei negozi di vicinato. Sono i dati presentati da Daniele Mocchi, dell’Isr,l’altro giorno in commissione attività produttive con un focus concentrato su Massa in base ai dati già disponibili sul 2022 e il report sul 2021. In 10 anni Massa ha perso 4mila abitanti, circa 400 all’anno dal 2011 al 2021, scendendo sotto la soglia dei 66.300 residenti: in pratica siamo tornati ad avere la popolazione degli anni Ottanta. Solo che rispetto a 40 anni fa di cemento sembra essercene almeno il doppio… Siamo diventati la provincia più vecchia, con 49 anni di età, oltre a perdere più di tutte come abitanti nell’area che va da La Spezia a Pisa. Il peso degli stranieri è sempre più importante: sono 4.300 in tutto pari al 6,5% della popolazione residente.

E la città ha il reddito pro capite più basso rispetto alle città limitrofe: il 74% dei massesi ha l’ imponibile Irpef inferiore ai 26mila euro, mentre per le città capoluogo vicine questa fascia si attesta sul 66%. In pratica, ha spiegato Mocchi, i massesi hanno un reddito medio inferiore di 300 euro al mese rispetto alla media degli altri 3 capoluoghi. Il 3,2% delle famiglie percepisce il reddito o una pensione di cittadinanza: in provincia sono 2.800 nuclei familiari di cui mille a Massa. L’anzianità della popolazione si riflette sulle imprese dove i titolari sono più vecchi rispetto ai contesti vicini: età media nell’industria è 56 anni a livello provinciale, 54 nel commercio. Su quest’ultimo l’approfondimento evidenzia come le piccole attività abbiano perso il 50% del fatturato in 10 anni.

Ma nel 2022 c’è stato un piccolo ‘colpo di reni’: le rilevazioni indicano per commercio e somministrazione un +10% del fatturato al lordo dell’inflazione. Rimbalzo che non cancella le preoccupazioni: una legata a caro vita e caro bolletta, l’altra alla guerra in Ucraina con le possibili ripercussioni su logistica e spedizioni. Negli ultimi 10 anni Massa ha perso 130 attività di commercio al dettaglio anche se ha fatto registrare al tempo stesso una crescita di 100 unità per la somministrazione. Un commercio che a Massa insomma ha cambiato pelle. Se nel 2011 c’erano 560 esercizi anche ambulanti che vendevano prodotti legati alla moda, ora sono 460. Per il commercio alimentare da 360 si è scesi a 300. Netto l’aumento delle attività legate all’online, panetterie, librerie, ristoranti e bar e quelle che rispondono alle esigenze dgli anziani ossia farmacie, parafarmacie e rivenditori di articoli medicali e ortopedici. Nel primi 9 mesi del 2022 a Massa. in controtendenza col passato, si sono perse 6 attività di somministrazione (22 chiusure a fronte di 16 nuove aperture) ed è proseguita l’emorragia del commercio al dettaglio (-13). Una crisi i cui fattori trainanti non sembrerebbero legati tanto all’assenza di parcheggi quanto alla mancanza di potere d’acquisto e dalla crescita dell’e-commerce. Una crisi che si riflette nelle intenzioni dei commercianti: quasi il 40% degli intervistati in provincia vuole vendere l’attività.