
Marmo, la Fiordichiara può tornare in cava
Sul caso Fiordichiara e la controversia con il Comune il Tar rimette la palla al centro. Il Tribunale amministrativo ha deciso che la società può accedere al sito e commercializzare il marmo già estratto. Si riconferma la decisione del decreto cautelare con il quale il Tar permetteva alla ditta di vendere il materiale per fare fronte agli impegni finanziari più urgenti "ed evitare pregiudizi gravi e irreparabili", riporta l’ordinanza, ma in quel frangente il Comune non si era ancora costituito in giudizio. Oggi cambia tutto, palazzo civico è la controparte, ma per l’organo amministrativo la decisione non è cambiata. Alla cava 76 Fiordiciara B in base al nuovo regolamento degli agri marmiferi è stata revocata la concessione per una questione di morosità. Dal controllo effettuato il 27 settembre 2023 dall’ufficio marmo, è emerso che la Cmv Marmi non ha rispettato le scadenze del piano di dilazione per più di due rate, e risultano altresì insolute più di due note di pagamento emesse successivamente al periodo oggetto di rateazione. Da qui l’ordinanza del dirigente del marmo che decreta la sospensione dell’autorizzazione. Poi il successivo ricorso al Tar della Cmv Marmi guidata da Alessandro Macchione e della Ma.Ci Corporatione Srl rappresentate dalla legale Rachele Vatteroni. L’avvocato è ricorsa contro il Comune di Carrara, difeso dai legali Sonia Fantoni e Lucia Ferraro, chiedendo l’annullamento di tre provvedimenti: la revoca del piano di dilazione di pagamento per inottemperanza alle prescrizioni; la decadenza di diritti sulla concessione e la sospensione dell’attività estrattiva. Da una parte palazzo civico punta al rispetto del nuovo regolamento degli agri marmiferi, dall’altra l’amministratore delegato Macchione parla di una vicenda strumentalizzata, dal momento che si era reso disponibile a pagare in un’unica soluzione tutto l’ammontare del piano di rateizzo, e cioè: 478 mila e 310 euro. Così il Tar ha accolto l’istanza per la sola commercializzazione del materiale presente in cava ma non ha concesso l’escavazione. Dall’azienda la conferma che gli operai sono ancora tutti regolarmente assunti con attività ridotta in base alle necessità.
"La mia è un’azienda privata, che si è creata con i sacrifici e l’aiuto dei miei operai. Sono in tutto 10, hanno famiglia e i loro stipendi sono stati pagati regolarmente – aveva sottolineato il titolare Alessandro Macchione all’inizio della vicenda –. Immagino che anche altre aziende si trovino, o si siano trovate, nell’impossibilità temporanea di pagare il dovuto al Comune di Carrara ma noi siamo i primi ad essere vittime di tale, ingiustificata, aggressione". Il prossimo step sarà il 27 marzo con l’udienza dove il giudice entrerà nel merito della questione.
Patrik Pucciarelli