"Marmo, gli scontri non servono". La sindaca difende la legge 35

"Non sono accettabili né gli attacchi da parte di chi rappresenta l’intera categoria del lapideo né quelli di chi nel 2015 era al governo e ora vorrebbe ergersi a protettore del lavoro e delle imprese". .

"Marmo, gli scontri non servono". La sindaca difende la legge 35

"Marmo, gli scontri non servono". La sindaca difende la legge 35

"Marmo: necessario uscire dalla logica dello scontro a ogni costo". Così la sindaca Serena Arrighi interviene nuovamente sulla legge 35 dopo il vivace confronto avuto lunedì mattina in commissione marmo con i vertici di Confindustria. La sindaca, nel ribadire l’applicazione delle leggi, si è detta aperta al confronto per risolvere i vari problemi elencati al tavolo del dibattito. "Certe posizioni sono davvero difficili da comprendere – sottolinea la prima cittadina -, la legge regionale è chiara e parla, tra l’altro, dell’obbligo per i concessionari di applicare la filiera corta. Questo è stabilito da nove anni; nove anni che sono stati concessi agli imprenditori per adeguarsi a queste disposizioni e fare tutto il possibile per farsi trovare pronti. E’ a partire da questa legge regionale, la 35 del 2015, che le aziende hanno prima usufruito di sette anni di periodo transitorio e poi hanno non solo firmato delle convenzioni in cui prendono precisi impegni, ma hanno anche presentato progetti legati all’articolo 21. Per questo motivo non sono accettabili né gli attacchi alla legge tout court da parte di chi rappresenta un’intera categoria, né quelli di chi nel 2015 era al governo della città e non ha aperto bocca quando la legge veniva approvata, e ora vorrebbe ergersi a protettore del lavoro e delle imprese".

"Personalmente – prosegue - non ho mai parlato di ‘stato di polizia’, si tratta di un termine che non mi appartiene nella maniera più assoluta e che è stato usato esclusivamente dal delegato di Assindustria per le imprese lapidee. Durante la discussione in commissione sono invece tornata a chiedere ai rappresentati delle imprese una maggior collaborazione: noi siamo pronti a confrontarci e ad ascoltare, come per altro stiamo facendo, i loro suggerimenti così come quelli di tutte le parti sociali, ma non si può pensare ogni volta di ripartire da zero o rimettere completamente in discussione la legge 35 del 2015. Parliamo di problemi reali come quelli legati ai marmi ordinari, parliamo di tracciabilità, ma facciamolo in un clima di reale collaborazione, senza la minaccia di continui e strumentali ricorsi".