REDAZIONE MASSA CARRARA

Malattie reumatologiche, parte l’appello dei pazienti alla Regione

Mulazzo, le associazioni fanno quadrato e l’ex consigliere Ciri fa il punto sulla "possibilità di avere accesso alle giuste cure"

Le gestione delle malattie reumatologiche in Toscana da un anno preoccupa le associazioni dei pazienti. La questione riguarda la sospensione delle terapie a base di determinati farmaci biologici immunosoppressori a favore di altri biosimilari a minor costo per il sistema sanitario. E’ di questi giorni la notizia che Anmar (Associazione nazionale malati reumatici onlus), Atmar (Associazione toscana malati reumatici) Gils (Gruppo italiano per la lotta alla sclerodermia), Sir (Società italiana di reumatologia) e Osservatorio Capire, abbiano scritto alla Regione lamentando il mancato avvio del tavolo tematico. Una questione molto cara all’ex consigliere di Mulazzo, Marco Ciri, che da mesi ne segue l’evolversi assieme ad Atmar. "C’è un vero muro da parte della Regione alle costanti richieste delle associazioni di tutela dei pazienti. Questa situazione inizia a essere intollerabile, anche perché parliamo di persone malate e non di oggetti". In discussione ci sarebbe, dunque, una questione di pregiudizio della salute dei malati con riferimento a farmaci non più disponibili, se non a pagamento, di cui sarebbe stata testata la sicurezza con benefici certificati sui pazienti che li assumono. "E’ forte la preoccupazione dovuta allo stop della somministrazione di questi farmaci - spiega Ciri - perché dopo anni di sperimentazione davano veramente sollievo ai pazienti e permettevano di vivere una vita pressoché normale". E le segnalazioni sarebbero tante. "La nostra regione è sempre stata un modello a livello nazionale in ambito sanitario – dice l’ex consigliere – Qui, però, stiamo facendo acqua da tutte le parti. L’assessore alla sanità Simone Bezzini non può rimanere sordo ai tanti appelli pubblici, anche di malati che disperati chiedono la possibilità di avere accesso a una cura per la tutela della propria salute". In attesa di risposte dalla Regione, intanto Marco Ciri ha lanciato un appello agli amministratori locali: "Chiedo ai politici della nostra Provincia, al di là di ogni appartenenza partitica, che si facciano carico di queste problematiche in nome del diritto alla salute, dell’appropriatezza terapeutica e della continuità di cura".

Michela Carlotti