REDAZIONE MASSA CARRARA

Lutto nell’arte, è scomparso Santernetti

Aveva 78 anni, lascia due sorelle. Si alzava tutti i giorni alle 5 di mattina per assistere alle lezioni dell’Accademia di belle arti .

Il suo "studio" era una vecchia borsa consumata, piena di matite e fogli bianchi. Con quella si presentava sotto il palco del Civico di Spezia e, illuminato da una lucina, raccontava sull’album le sue suggestioni in occasione di concerti, opere liriche, grandi rappresentazioni. Spesso, uno spettacolo nello spettacolo col suo agitarsi e gesticolare, che qualche volta finivano per indispettire direttori d’orchestra e registi. Giovanni Santernetti, funanbolo della matita, se ne è andato la notte scorsa a 78 anni, stroncato da una crisi cardiaca. Il malore lo ha colto nella sua casa di piazza Concordia a Migliarina, dove viveva solo (lascia due sorelle che vivono ad Alessandria e Grosseto). Santernetti, originario di Grosseto ma spezzino di azione, se ne è andato così, dopo una vita trascorsa ad inseguire concerti e grandi eventi, al Civico o al Museo Lia, oppure al Festival paganiniano di Carro, di cui era ospite assiduo, seduto in un angolo col suo foglio e la sua matita. Amava raccontare con i suoi disegni anche il Palio di Siena, di cui non si perdeva le passioni viscerali che esplodono nelle contrade. A Vezzano era ospite frequente della Sagra dell’Uva, a Fivizzano della Disfida degli arcieri. Concerti e spettacoli a parte, come ricorda il suo amico fraterno e grande estimatore, lo scultore Fabrizio Mismas, Santernetti passava le sue giornate all’Accademia di belle arti dove, iscritto alla scuola libera del nudo, disegnava, ascoltava, si appassionava. All’Accademia aveva realizzato anche una grande mostra, disegni di grandi dimensioni, un metro per sei, appesi alla balaustra perimetrale dell’aula magna. A chi gli consigliava di evitare eccessivi strapazzi – per essere presente all’inizio delle lezioni a Carrara si alzava praticamente tutti i giorni alle 5 – rispondeva: "Se non ci vado muoio". Assidue erano le sue presenze anche alle mostre del Museo Lia, dove non solo documentava scene e stati d’animo dei visitatori davanti alle opere esposte, ma trasformava i soggetti dei quadri in personaggi "reali" che, usciti dalle tele, dialogavano con i visitatori. Una volta, al Civico la sua presenza risultò talmente esuberante, con il suo agitarsi sulla poltroncina, che il direttore d’orchestra interruppe l’esecuzione con un perentorio: "O se ne va lei o me ne vado io". Episodi che hanno costellato la vita di Santernetti, disegnatore di talento, ma anche apprezzatissimo pittore oltre che, da buon toscano, sanguigno polemista. I funerali stamani alle 11,30 nella chiesa di Migliarina. Franco Antola