Lotta al Covid, arriva super mascherina. Tessuti anti-virus e il batterio è disinnescato

Fondamentale studio del centro all’ospedale Pasquinucci: "Con i finanziamenti giusti potremmo diventare un polo importante"

Un laboratorio di ricerca

Un laboratorio di ricerca

Massa, 26 febbraio 2021 - Potrebbe diventare un centro di ulteriore eccellenza l’ospedale del Cuore “Pasquinucci” con un investimento importante sullo sviluppo del nuovo Laboratorio di biomateriali e medicina rigenerativa dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifc).

A guidarlo e dirigerlo il dottor Giorgio Soldani, l’anima del progetto. Dopo i risultati dello studio sulla medicina rigenerativa, in fase evolutiva, il laboratorio ha fatto un ulteriore salto di qualità nel campo della ricerca mettendo a punto nuove tecnologie contro virus e batteri.

"Le restrizioni indotte dalla pandemia – spiega Giorgio Soldani – ci hanno spinto a differenziarci essendo un laboratorio di caratterizzazione di materiali. Abbiamo cominciato a lavorare su sostanze anti-Covid con alcune aziende toscane per la produzione di materiali con azione battericida e virucida, a garanzia di una sicurezza molto più alta. La tecnologia più efficace e testata sono le nanoparticelle di rame e d’argento, capaci di aggredire la membrana dei virus e inattivarli, renderli innocui". Cosa avete realizzato? "Abbiamo lavorato sulla produzione di una mascherina, in fase di prototipo, a base di filati di rame che uccide il virus al 100%. Si trova già e penso sarà in distribuzione a breve. L’ha sviluppata una ditta che si trova tra Pistoia e Prato, con cui lavoriamo". Pensa che sia il futuro? "Il futuro sarà questo, purtroppo. Secondo me, e secondo esperti, avremo a che fare con questi virus per molto tempo. Tornerà variato ed è una cosa di cui preoccuparsi. Penso che ci vorrà parecchio tempo per tornare come prima, se ci si tornerà. Questi disastri ambientali devono aver guastato qualche equilibrio e queste forme virali vengono fuori, bisognerà metterlo in conto". Si potranno realizzare anche tessuti anti-Covid ? "Certo, sarà possibile realizzare tessuti che rendono inattivi virus e batteri vengono inattivati. La cosa è molto complessa. Non tutte le sostanze agiscono e non tutti i virus sono uguali. Nei nostri test usiamo proprio il Sars-Cov2: non è facile maneggiare questo virus e lavoriamo in collaborazione con il Centro retrovirus dell’Università, dove si testano le proprietà sul Covid. Con opportuni finanziamenti, che al momento non abbiamo, si potrebbe creare un centro importante all’Opa, avendo a disposizione spazi idonei. Servono entusiasmo e finanziamenti per acquistare la strumentazione adatta: bisogna crederci e investire". Una produzione che valorizzerebbe l’Ospedale del Cuore e tutta la Toscana. Il progetto è stato proposto alla politica? "No, ma la Regione Toscana ha tutte le carte in mano per poterlo lanciare: abbiamo ricerca, laboratorio e aziende toscane per la produzione. Ricordo Magniflex di Prato, con cui abbiamo già avuto contatti importanti. E’ stato evidenziato il nostro brevetto, sviluppato nel nostro laboratorio. Si tratta di un tessuto a base di argento con il quale l’azienda toscana Magniflex ha creato una collezione di prodotti per il sonno, dai materassi ai cuscini. Abbiamo test certificativi dei tessuti trattati con sostanza antivirale e la Magniflex sta tentando di venderli in Giappone. Nel Centro retrovirus dell’Università di Pisa abbiamo potuto testare le sue proprietà sul Sars-Covid2. Questo materiale riesce a inattivarlo al 99% in circa 60 minuti. Insomma, siamo un laboratorio che dà valore aggiunto alle industrie". La Regione Toscana potrebbe essere interessata? "La Regione è al corrente e credo ci dovrebbe essere tutto l’interesse a far decollare questo grande progetto a marchio toscano, sicuramente una nuova e promettente tecnologia per il futuro. Nell’ambito di un confronto, la Regione ha mostrato interesse particolare per rifornire di questi prodotti soprattutto Rsa ed ospedali. Speriamo ci siano sviluppi, perchè senza investimenti il laboratorio non può decollare. Se siamo ancora operativi è grazie a una importante donazione del dottor Fotis, avvenuta due anni fa, che ha consentito l’acquisto di importanti strumenti scientifici e il reclutamento di nuovi giovani ricercatori, potenziando l’ attività di ricerca nel settore dei Biomateriali indirizzata verso la medicina rigenerativa. Ora si aprono nuove sfide e non possiamo contare sulle nostre risorse". Insomma, una grande potenzialità da sfruttare che sarebbe sicuramente un fiore all’occhiello per l’intera Toscana, e logicamente anche per l’ospedale del Cuore di Massa.

"Una potenzialità da sfruttare anche per il rilancio dell’economia, in questo momento di crisi. Il laboratorio ha dato lavoro a diversi professionisti di Massa e delle zone limitrofe. Realizzare questo progetto e implementarlo significherebbe anche creare nuova occupazione per i nostri giovani ricercatori e non solo".