REDAZIONE MASSA CARRARA

L’oncologia “umana”. Dodici poltrone in dono e il Day Hospital si riorganizza al Noa

Acquistate per sostenere i pazienti durante le cure chemioterapiche dalla nuova associazione presieduta dal primario Andrea Mambrini "Terapie più lunghe: serve un ambiente sicuro per vivere la quotidianità" .

L’oncologia “umana”. Dodici poltrone in dono e il Day Hospital si riorganizza al Noa

Sono dodici le nuove poltrone per la chemioterapia donate al day hospital oncologico che si è da poco trasferito dal Monoblocco al Noa. Le poltrone comode e di ultima generazione sono state acquistate grazie alle donazioni fatte da generosi cittadini e privati alla neonata associazione ‘Una mano per l’oncologia’ di cui è presidente il direttore unità operativa complessa oncologia di Massa Carrara il dottor Andrea Mambrini. Il logo dell’associazione è una mano rossa su fondo blu ed è stato disegnato da Lucia Rosano. Le poltrone sono verdi, gradevoli e funzionali, sono dotate di ruote per poterle spostare agevolmente e cambiano posizione della seduta in pochi secondi. Il taglio è stato fatto ieri mattina al secondo piano del Noa. Le poltrone in totale sono quattordici, dodici quelle donate più altre due nuove già in dotazione al dh.

All’inaugurazione hanno partecipato in molti, in primis i pazienti del reparto oncologico, fiore all’occhiello dall’azienda sanitaria non solo per la tecnologia, ma soprattutto per l’umanità di tutto il personale e per le tante iniziative artistiche messe in campo a supporto dell’animo dei pazienti fragili. A fare gli onori di casa il direttore del dipartimento ospedaliero Azienda Usl Toscana nord ovest Giuliano Biselli e il dottor Mambrini.

"Se non c’è il supporto infermieristico all’altezza tutto il resto non conta – ha detto Mambrini –. I pazienti passano molto tempo con gli infermieri, sono loro che stanno a contatto con loro e che raccolgono le loro ansie e le loro paure". "Oggi l’oncologia è cambiata e le terapie sono più lunghe – ha detto il vice presidente di ‘Una mano per l’oncologia’ Maurizio Lucchesi –. È cambiata la modalità di approccio con i pazienti che passano molto tempo in reparto, da qui l’importanza di un ambiente sicuro dove vivere la quotidianità".

"Dopo aver lasciato il nostro amato quarto piano del Monoblocco abbiamo cercato di capire quale fosse la soluzione ideale per il trasferimento al Noa – ha aggiunto la dottoressa Simona Bursi specializzata nei melanomi –. In soli quattro mesi abbiamo superato le migliori aspettative a vantaggio dei nostri pazienti con miglioramenti di tipo organizzativo, come per esempio i prelievi sul territorio. Grazie alla collaborazione con la farmacia ospedaliera sono state accelerate le tempistiche nella preparazione dei farmaci e nella conseguente somministrazione con il risultato di avere ottimizzato le risorse. I farmaci, che sono molto costosi, vengono preparati solo nel momento in cui il paziente li riceverà e la farmacia del Noa è aperta fino alle 17, mentre quella di Carrara chiudeva alle quattordici. Al Noa abbiamo trasferito anche il nostro modo di lavorare, la prima cosa ad arrivare è stato il nostro pianoforte".

Alessandra Poggi